Assisi: la vigilia
Le ultime ore prima dell'arrivo del pontefice e degli altri leader religiosi, tra colori, preghiera, incontri e danza
La perturbazione che ha investito la penisola si sta spostando, e in Umbria si è lasciata alle spalle aria limpida e una fantasmagoria di colori. Arrivare ad Assisi nel tardo pomeriggio di oggi è un’esperienza magica: nubi grigie e bianche di diversa consistenza si rincorrono in un cielo che lascia trasparire squarci di azzurro terso ed intenso. Il sole, quando esce dall’ombra delle nuvole, fa scintillare la pietra bianca dei palazzi della città, e soprattutto le chiese ed i loro rosoni. Sembra quasi che tutto sia stato fatto apposta per la messa a punto in vista di domani: arrivano Benedetto XVI e leader religiosi, in una festa che darà ancor più vita a quest’angolo di Umbria, che da secoli parla di pace al mondo intero.
Ma ci sono già colori diversi dal solito. Nella cattedrale di San Ruffino, nei banchi affollati, fra suore giovani e meno giovani dai diversi abiti monastici, risalta anche l’arancione di indù e buddisti. Qui Enzo Bianchi ha offerto alcune riflessioni sull’evento di domani. Mons. Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi, mentre scendiamo verso l’episcopio, mi racconta di quanto abbia apprezzato l’intervento del fondatore della comunità monastica di Bose, aperta al dialogo soprattutto con il mondo ortodosso, ma che si sta rivolgendo anche a quello monastico con altre tradizioni religiose. Bianchi ha infatti riletto Assisi 1986 come evento che ha fatto la storia all’interno della Chiesa e nel cuore dell’umanità, chiarendo come quel momento di preghiera per la causa comune della pace non abbia mai inteso essere un atto di confusione o, peggio ancora, di sincretismo. Ha trasmesso ai presenti la convinzione di come ora si stia proseguendo sulla stessa strada nel giusto rispetto delle varie tradizioni.
Ancora nella cattedrale, in serata, è iniziata una veglia dei giovani dell’Umbria, animata da mons. Paglia, altro grande protagonista, grazie alla sua esperienza con la Comunità di Sant’Egidio, del dialogo fra uomini e donne di tradizioni culturali e religiose diverse. I giovani continueranno a pregare e meditare per buona parte della notte, mi dice mons. Sorrentino, visibilmente contento per come si stanno svolgendo le cose.
Ma Assisi si prepara a domani in tanti modi: oltre al clima e ai momenti di riflessione e preghiera ci sono i preparativi della Protezione Civile, dei servizi d’ordine e della sala stampa. Sul piazzale della Basilica si stanno provando microfoni e sistemando palco e sedie. Davanti all’entrata del Sacro Convento, un frate e due operai sistemano sui rispettivi pennoni la bandiera vaticana e quella italiana. Turisti dappertutto, provenienti da Germania, Giappone, Italia, Australia e Stati Uniti. Gruppi di suore indiane e filippine si confondono con consorelle più anziane di chiara origine italiana. Ma non mancano giovanissime novizie e seminaristi.
Sulla piazza della cattedrale, quando ormai è scesa la notte, un gruppo di una quarantina di ballerine offre, al termine dell’incontro con Enzo Bianchi, un bellissimo balletto: tutto in bianco, i costumi ed i piatti, che servono come simbolo di un momento che ispira alcune centinaia di presenti alla meditazione. Tutto in attesa di domani.