Assieme alla manifestazione lavorare sulla formazione

Mario Landi

Abbiamo raggiunto al telefono Mario Landi, coordinatore del Rinnnovamento nello Spirito per l'Italia, per chiedergli una riflessione sulla manifestazione del prossimo venti giugno a difesa della famiglia. Il Rinnovamento sostiene l'iniziativa ma non mobiliterà le masse, convinto della necessità di un lavoro capillare sul territorio.

 

Qual è la posizione di Rns di fronte alla manifestazione in difesa della famiglia indetta per il 20 giugno a Roma?

«Gli organizzatori stessi hanno inteso una mobilitazione non a carattere ecclesiale, ma come una libera iniziativa spontanea da parte di laici, famiglie, associazioni. Quindi già nelle intenzioni, ed è un’ottima scelta, non è nata come una manifestazione con la volontà di connotarla sul piano ecclesiale. Come Rns siamo favorevoli a tutte le iniziative a sostegno della famiglia naturale, ma non partecipiamo a livello organizzativo anche perché siamo molto impegnati nella preparazione della nostra Convocazione nazionale del 3 e 4 luglio allo Stadio Olimpico di Roma. Tutti i nostri aderenti, però, sono liberi di prenderne parte».

Alcuni osservatori notano aria di divisione tra due tipi di Chiesa. Una che tira fuori i muscoli e una che più dialogante…

«C’è chi gioca a volerci dividere, ma l’unità tra i cristiani viene prima di tutto e non vogliamo che nessuno la incrini. La dialettica all’interno della Chiesa è necessaria ma senza provocare divisioni. Il pericolo è che le diverse opinioni siano sfruttate strumentalmente da certa stampa per evidenziare divisioni che non esistono. Ci vuole una visione ecclesiale dove l’unità è il valore sostanziale. Ci siamo sempre spesi per la comunione ecclesiale e anche in questa circostanza ci siamo preoccupati di tenere il più possibile unito il popolo di Dio e le realtà ecclesiali con le istituzioni ecclesiali. ». 

Uno dei motivi della manifestazione è valorizzare la famiglia naturale. Ma come si può contrastare l’ideologia gender?

«La Chiesa italiana sottolinea come sia il tempo dell’incontro e non dello scontro. La manifestazione non è una manifestazione di scontro, ma si caratterizza come proposta per valorizzare la bellezza della famiglia naturale che è sotto attacco. La manifestazione può servire, ma da sola non basta. Serve lavorare sul territorio, agire nelle scuole, nei gangli della società, nei luoghi decisionali legislativi. È una battaglia di lungo periodo».

Il testo base della legge Cirinnà per la regolamentazione delle unioni civili presenta diverse criticità. Quale la vostra posizione?

«Siamo contrari a questa proposta di legge e pensiamo che l’equiparazione tra le unioni civili e il matrimonio sia un arretramento per la civiltà. Il passaggio alle adozioni da parte di coppie dello stesso sesso sarebbe l’automatico passo giuridico successivo».

Quali misure servono per promuovere un’adeguata politica familiare?

«L’Italia è un Paese a crescita demografica zero anche con gli apporti degli extra comunitari. Una società che non crea le condizioni sul piano culturale, educativo, economico per fare in modo che la famiglia dia il proprio contributo, e il primo è la natalità, è una società destinata a scomparire. C’è bisogno di un grande sostegno perché la famiglia è la cellula vitale di ogni società».

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