Assegno unico e scuola, le priorità delle famiglie dopo il lockdown
L’assegno unico universale per ogni figlio e il regolare rientro a scuola degli studenti a settembre sono le priorità delle famiglie italiane, molto preoccupate per la crisi economica e per gli effetti che potrà avere sul proprio nucleo familiare. È quanto emerge da uno studio presentato da Sfera (RCS MediaGroup) con il Forum delle associazioni familiari, al quale hanno aderito più di 12.500 famiglie di tutta Italia – soprattutto genitori di età compresa tra i 20 e i 59 anni, con istruzione medio-alta – compilando un questionario online.
Le paure più radicate tra gli italiani, secondo l’indagine “Le famiglie e l’emergenza Covid-19: una fotografia attuale” riguardano soprattutto la perdita del lavoro (47%) e il peggioramento della propria condizione economica (49%), con conseguente impoverimento e un aumento del divario ricchi-poveri.
Oltre le paure, ci sono i problemi da affrontare ogni giorno: per il 71% sono di tipo economico, per il 52% sono lavorativi, mentre il 34% ha dovuto fare i conti con disagi legati all’assenza di servizi e con le difficoltà nella gestione dei figli. Il 27% del campione ha invece riscontrato complicazioni relative alla salute mentale di un familiare: quasi un intervistato su otto. Un problema da non sottovalutare.
Non manca qualche buona notizia: il lockdown prolungato e le restrizioni legate alla pandemia hanno infatti rafforzato e migliorato, nella stragrande maggioranza dei casi, le relazioni di coppia e il rapporto tra genitori e figli, con una forte aspettativa di miglioramento dell’armonia familiare anche per il prossimo futuro. Questo risultato, tuttavia, potrebbe essere legato al campione esaminato. Per poter essere esteso a tutta la popolazione andrebbe però verificato rispetto alle fasce meno abbienti e con genitori con titolo di studio meno elevato.
Tornando al campione esaminato, comunque, emerge che a causa della convivenza forzata l’87% degli intervistati ha registrato dati confortanti a livello di relazioni coniugali durante e subito dopo la quarantena. È anche vero, però, che i problemi sono emersi con più forza e durezza soprattutto dove gli spazi erano ristretti, tanto da far registrare un aumento delle denunce per abusi e, dopo il lockdown, un incremento delle separazioni.
Per il 23,8% degli intervistati sono migliorati la comunicazione e il dialogo, la collaborazione in casa (29,1%), quella dei figli (14,5%) e l’armonia familiare generale (13,2%). Per il 48% dei genitori è migliorata la relazione con i propri figli, segnale inequivocabile del bisogno di rivedere al più presto le modalità di conciliazione famiglia-lavoro.
«L’indagine – sottolinea il presidente nazionale del Forum delle associazioni familiari, Gigi De Palo – conferma che la stragrande maggioranza delle famiglie italiane sceglie la misura dell’assegno unico-universale per ogni figlio: un provvedimento efficace per restituire fiducia nel futuro ai nuclei familiari del nostro Paese. Lo spezzettamento dei contributi in bonus, incentivi, mancette non ha colto il gradimento delle famiglie». Mamme e papà, aggiunge De Palo, «vogliono qualcosa di diverso: più semplice, immediato, chiaro e facile da ottenere. È importante che il Governo, in vista della legge di Bilancio e del Recovery Fund, dia un segnale forte in tal senso».
Rispetto alle misure governative, dall’indagine emerge del resto che solo il 10% si è detto soddisfatto delle soluzioni previste per il riavvio dell’anno scolastico, mentre si arriva al 25% di gradimento per l’estensione dei congedi parentali.
«Abbiamo voluto fotografare la situazione delle famiglie italiane – spiega Chiara Bidoli, direttore delle testate per l’infanzia di RCS MediaGroup – particolarmente colpite e sotto pressione durante il lockdown. L’obiettivo della nostra ricerca era dare voce ai loro bisogni, alle loro idee, partendo dalla convinzione che le famiglie sono il motore della società e che da loro dobbiamo ripartire per disegnare il futuro del nostro Paese. La partecipazione così numerosa ha dimostrato che le famiglie hanno voglia di dire la loro e chiedono a gran voce di essere ascoltate e di avere delle risposte concrete, in linea con le loro reali necessità».