Ascoltare quella voce
Il Vangelo affascina con le sue parole di verità. In esso parla Colui che ha detto: Io sono la Verità. Egli spalanca davanti a noi il mistero infinito di Dio e ci fa conoscere il suo progetto d’amore sull’umanità: dona la Verità. Ma la Verità ha la profondità infinita del mistero. Come comprenderla e viverla appieno? Gesù stesso sa che non siamo capaci di portarne il peso. Per questo, durante la sua ultima cena con i discepoli, prima di tornare al Padre, promette di mandare il suo stesso Spirito perché sia Lui a spiegarci le sue parole e a farcele vivere. La comunità dei credenti conosce la verità perché vive di Gesù. Nello stesso tempo è in cammino verso la pienezza della verità, sotto la guida sicura dello Spirito. La storia della Chiesa può essere letta come la storia della comprensione graduale e sempre più profonda del mistero di Gesù e della sua Parola. Lo Spirito la conduce lungo questo cammino in molteplici modi: con la contemplazione e lo studio dei credenti, con i carismi dei santi, con il magistero della Chiesa. Lo Spirito parla anche nel cuore di ogni credente, lì dove egli abita, facendo sentire la sua voce. Suggerisce, di volta in volta, di perdonare, servire, donare, amare. Insegna cosa è bene e cosa è male. Ricorda e fa vivere le Parole di vita che il Vangelo semina in noi di mese in mese. Come vivere questa Parola di vita? Ascoltando quella voce che parla in noi, nella docilità allo Spirito Santo che guida, esorta, spinge. Il cristiano – spiega Chiara Lubich – deve camminare sotto l’impulso dello Spirito, affinché lo Spirito possa operare nel suo cuore con la sua potenza creatrice per portarlo alla santificazione, alla divinizzazione e alla risurrezione. Per comprendere meglio, quasi amplificata, quella voce, Chiara invita a vivere in unità tra noi, così da imparare ad ascoltare la voce dello Spirito non soltanto dentro di noi, ma anche quella di Lui presente fra noi uniti nel Risorto. Lo Spirito, quando c’è Gesù fra noi, perfeziona l’ascolto della sua voce in ciascuno di noi. La voce dello Spirito infatti per Gesù fra noi è come un altoparlante della sua voce in noi. Ci è sempre sembrato che il modo migliore di amare lo Spirito Santo, di onorarlo, di tenerlo presente nel nostro cuore fosse proprio quello di ascoltare la sua voce, che può illuminarci in tutti gli attimi della nostra vita (…). E, ascoltando quella voce, si è costatato, con grandissima sorpresa, come si cammina verso la perfezione: i difetti piano piano spariscono e le virtù vengono in rilievo. Questa Parola di vita, letta nella festa della Santissima Trinità, ci invita a invocare lo Spirito Santo: O Spirito Santo, non ti chiediamo altra cosa che Dio per Dio. (…). Donaci di vivere la vita che ci resta (…) soltanto e sempre ed in ogni istante in funzione di te solo, che solo vogliamo amare e servire. Dio! Dio, spirito puro, cui la nostra umanità può far da calice vuoto per esserne riempita… Dio, che deve trasparire dal nostro animo, dal nostro cuore, dal nostro volto, dalle nostre parole, dai nostri atti, dal nostro silenzio, dal nostro vivere, dal nostro morire, dal nostro apparire, dopo la nostra scomparsa sulla terra, dove possiamo, dobbiamo lasciare solo una scia luminosa della sua presenza, di lui presente in noi, fra le materie e le macerie del mondo, che vive o che crolla, nella lode o nella vanità di tutte le cose, a sgabello o a sgombero di tutto per il posto del Tutto, del Solo, dell’Amore.