Arte e persuasione

Fino al 29 settembre, nel Museo diocesano tridentino è possibile visitare una straordinaria rassegna dal titolo "La strategia delle immagini dopo il concilio di Trento". Da non perdere
Mostra Arte e persuasione al museo diocesano di Trento

Una rassegna davvero singolare è quella in corso al Museo diocesano di Trento – fino al 29 settembre –, accanto alla magnifica costruzione del duomo romanico, di recente ripulito e tornato  a brillare sulla piazza di case affrescate e di torri. Un museo che vale la pena visitare, ordinato, elegante e sobrio com’è, come tanti musei diocesani italiani, purtroppo così poco noti al grande pubblico.

Il museo trentino ospita una rassegna a dir poco straordinaria, intitolata “La strategia delle immagini dopo il concilio di Trento”, che  indaga e offre al visitatore documenti, testi, dipinti e sculture secondo le idee emesse dai decreti conciliari sull’arte di soggetto religioso, in particolare evidenziando i lavori nelle chiese e abbazie regionali.

È noto che dopo il concilio l’arte della cosiddetta Riforma cattolica ebbe uno sviluppo ingente: maestri come Tintoretto, Bassano e Palma il giovane – per restare in ambito veneto -, ma poi anche Barocci e Zuccari in ambito romano, fino a El Greco e Caravaggio – per citare i grandi maestri – hanno prodotto capolavori. Ma c’era anche una schiera di altri autori, che non si vorrebbe chiamare minori, a lavorare e a creare opere di grande pregio. Pensiamo alla tela del Moretto, nella chiesa di santa Maria Maggiore a Trento stessa dove si svolse il concilio, con i dottori della Chiesa: trionfo di colore e di devozione.

Il colore e la devozione sono appunto gli elementi in cui si manifesta l’arte postconciliare, tesa a suscitare nel fedele compassione, amore e fiducia nella fede cattolica, di cui si risottolineano – in contrasto col protestantesimo – le realtà dell’Eucarestia, del  purgatorio, di Maria e dei santi, e la confessione.

Ecco allora nella ricca rassegna sfilare opere quanto mai significative: ritratti di papi e di santi riformatori – Pio IV, Pio V, san Carlo Borromeo -, bibbie stampate sia in tedesco che in latino, stampe di dipinti celebri (il Giudizio di Michelangelo, le Cene del Veronese) e poi dipinti e sculture. Lavori di maestri come il Fogolino, il Rovedata, il Moroni, Palma il giovane, provenienti dai paesi del Trentino. Un microuniverso frastagliato, provinciale se si vuole, ma ricco di inventiva, di variazioni costanti sui grandi temi della “predicazione per immagini”, frutto di una autentica strategia  rievangelizzatrice che da Trento, ad opera dei principi vescovi fedeli a Roma e all’Impero, si diffonde per l’Italia e l’estero. Non è poco. Una mostra da non perdere.

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