Arrivederci, Vincenzo

Ospitava in casa sua gli scrittori in difficoltà e, ne La vita è bella, ha portato alla ribalta la figura del padre, proprio quando pareva svanita. Il saluto di Nicola Piovani
Piovani Cerami e Benigni

Se n’è andato lui, che aveva scritto che “La vita è bella”, il film con Benigni che ha fruttato all’Italia i tre Oscar più fulgidi per una delle pellicole più amate. Perché questo film è piaciuto, e piace, così tanto? Forse non solo per la storia dove si parla di Olocausto. E si sa che questo è un argomento che, anche negli Usa, “tira molto”. Ma  c’è dell’altro. La vita è bella è un film sulla paternità, sulla figura del padre che oggi pare svanita e che qui si presenta in modo ideale: il padre che tutti vorremo avere o aver avuto; il padre che forse, oggi, nonostante tutto, si sta rifacendo la strada.

Ma Cerami non è stato solo uno sceneggiatore abilissimo. Fin da quando il suo romanzo “Un borghese piccolo piccolo” era diventato il film con Alberto Sordi diretto dal grande Mario Monicelli nel 1977, lui e il cinema erano andati a braccetto. Amico di Pasolini, che gli era stato insegnante alle medie a Ciampino e con cui aveva collaborato, Cerami il cinema, il teatro, il racconto  ce l’aveva nel sangue. Ha collaborato con Franco Citti in Casotto (1977), con Gianni Amelio in “Porte aperte” (1990), ma anche con Bellocchio, Bertolucci, Nuti, Albanese e molti altri, perché era fecondo e generoso, nella scrittura come nel privato.

Pochi sanno che era capace di mantenere per mesi giovani scrittori in difficoltà a casa sua…

Nicola Piovani (nella foto con lo sceneggiatore e Benigni), musicista con cui Cerami aveva scritto e  interpretato con successo i “Canti di scena”, che l’aveva ricordato ai recenti David – lui era malato, non poteva andarci – non ha parole sull’amico di lunghi anni. «Oggi, per chi come me l’ha ammirato e amato  tanto – ha scritto mercoledì, quando Cerami è scomparso– è tempo di dolore e basta». Una frase che ricorda i versi di quell’Ecclesiaste biblico di cui Cerami aveva offerto una commovente lettura pubblica.

Scrittore, romanziere, attore, figlio di genitori siciliani, era un uomo semplice venuto su nella Roma periferica che amava e che oggi forse non c’è  più. L’ultimo suo libro è una raccolta di poesie, intitolata “Alla luce del sole”. Sole fuori e sole dentro di sé. Vincenzo Cerami, 72 anni, autore che amava la vita, l’ha lasciata in punta di piedi. Come i signori sanno fare, quelli che hanno la gentilezza innata e sanno come far battere il cuore della gente.

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