Arrivederci Piedone!

Ci ha lasciato Bud Spencer, colosso con l’anima di bambino. Muscoli e aria rilassata. Un modo intelligente di far cinema, divertente e immaginifico, che spinge la fantasia dei ragazzi e rasserena gli adulti
Bud Spencer

Bud Spencer, nome d’arte del napoletano Carlo Pedersoli, classe 1929, era così. Gigantesco, si faceva giustizia da sé tra pugni e risse in fondo innocenti, con lo sguardo socchiuso, la forza dei muscoli ed un’aria rilassata: di quelli che ci vuol molto a farli arrabbiare, ma che poi, una volta sistemate le cose a modo loro, tornano alla tranquilla vita di prima.

 

Bud era stato uno sportivo, un nuotatore che aveva partecipato alle Olimpiadi di Helsinki e Melbourne e che era capitato per caso nel cinema. Mai aveva studiato da attore, lui laureato in legge, a differenza del collega e amico, ossia Terence Hill.

 

Insieme il regista Pino Colizzi li volle in Dio perdona… io no del 1967, dove, finita l’era dei peplum, diedero vita al western tipicamente italiano: surreale e comico, con deviazioni sulfuree e grottesche che facevano impazzire il pubblico.

 

I bambini e i ragazzi soprattutto, vedevano nella coppia del biondo e pigro Terence e dell’immenso e forte Bud un duo di amici inseparabili e complementari che, a forza di botte ironia e astuzia, se la cavavano sempre e tiravano fuori  le vittime dai guai, pestando i cattivi e sistemando così le ingiustizie.

 

Due attori “buoni”, ovviamente. È la serie dei Trinità che ne fece la coppia di maggior successo nel dopoguerra, condita – in ben 16 film – da una fama internazionale, dal Sudamerica al Giappone.

 

Divertimento fanciullesco, buonumore e sanità mentale. Nessun paragone con i western alla Sergio Leone, naturalmente, ma piuttosto un’altra “via” di spettacolo, non epica quanto eroicomica, secondo una secolare tradizione italiana cui la bonarietà spiccia e meridionale di Bud conferiva l’arguzia di non prendersi troppo sul serio: in fondo, questi suoi film erano favole, no?

 

Il nostro eroe napoletano s’era poi inventato la serie di Piedone lo sbirro, simpatico ispettore Callaghan nostrano, e aveva fatto il pieno di ascolti in tivù con Detective extralarge e Padre Speranza, per i ragazzi. Bud Spencer era come loro: libero, avventuroso, fantasioso nel suo corpo poderoso, sino all’ultima apparizione televisiva del 2010 nella fiction I delitti del cuoco.

 

Sparisce con lui un modo intelligente di far cinema divertente e immaginifico – ha girato un centinaio di film –, quello che spinge la fantasia dei ragazzi e rasserena gli adulti. Stanchi di troppo cinema italiano che si guarda addosso e di commedie volgarotte o pseudointellettuali, ci farebbe forse bene rivedere la coppia Hill-Spencer e farci due sane risate. Recuperando la voglia di vivere.

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