Arrivederci, Mariangela!

Si è spenta stamattina in un ospedale romano all'età di 71 anni. Artista poliedrica, la Melato ha spaziato dal teatro al cinema alla televisione, interpretando ogni ruolo con il suo inconfondibile temperamento
Mariangela Melato

Senza fare storie, oggi, di mattina presto, Mariangela Melato si è congedata dal suo pubblico. Una donna di 71 anni, una milanese la cui bellezza più che nel volto così espressivo – i grandi occhi, la grande bocca – stava in quello che un tempo si chiamava il “temperamento”. Ossia quell’insieme indefinibile di peculiarità – voce, gesti, intelligenza, movimento, anima soprattutto – che facevano e fanno di un artista, un vero artista. Personaggio poliedrico, nata nell’arte – la pittura – fin da giovane, diretta a teatro da Fo, Visconti e Ronconi in interpretazioni sempre nuove –  la sua Filumena Marturano del 2010 era stata ritrasmessa a Capodanno su Raiuno – e al cinema da Monicelli e dalla Wertmuller fra i tanti, Mariangela non trascurava la televisione e la fiction. Ma nemmeno il canto e il ballo, visto il successo nel 2007 con “Sola me ne vo”.

Il pubblico però la ricorderà in alcuni personaggi al cinema di grande intelligenza e spirito caustico nel film con Nino Manfredi “Per grazia ricevuta” e nella innamorata di “Mimì metallurgico”, cioè Giancarlo Giannini, di Lina Wertmuller. Se n’è andata senza fare chiasso, con sobrietà milanese. L’estro – “grazia” concessa solo ai grandi interpeti – lo riservava al pubblico teatrale o cinematografico. Qui si trasformava nelle creature cui dava vita, bizzarre o saccenti, tenere o tragiche o spiritose. Fino alla fine, questa mattina, in un ospedale romano, alle prime ore del mattino. Portata a recitare in un’altra dimensione. Più grande.

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