Arrivederci, dottor Zivago

Il carisma inimitabile di Omar Sharif, mito del cinema anni Sessanta, morto a 83 anni in un ospedale del Cairo. I premi per Lawrence d’Arabia e il Dottor Zivago, ma anche il fascino di uno dei suoi ultimi film: Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano
Omar Sharif

Un altro grande che se ne va. A 83 anni Michael Chalhoub, cristiano egiziano, poi mussulmano, in arte Omar Sharif, ha chiuso la sua vita all’ospedale del Cairo per un attacco al cuore. Stava male da tempo, ma era rimasto un’icona di quello che si chiamava “il grande cinema”.

 

Anche se negli ultimi anni si era dedicato a fiction televisive – anche religiose come San Pietro della Lux Vide –, Omar era il campione dello star system. Vincitore di due Golden Globe per Lawrence d’Arabia nel 1962 – dove è un nobile arabo –, carismatico nel Dottor Zivago (cinque Oscar) che ha commosso milioni di spettatori (specie spettatrici) nel 1965, era il divo dall’occhio scuro e languido, dall’amore per la seduzione e il lusso, protagonista di storie tardoromantiche non a lieto fine e di eroi come il Che: primeggiava ovunque con la sola presenza. Quando si dice il carisma.

 

Il fascino era rimasto intatto anche da vecchio, bastava vederlo nel 2003 a Venezia per il Leone d’oro alla carriera. Era generoso, aiutava i giovani, registi o attori come Massimiliano Varrese. In uno degli ultimi film, il delizioso Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano, è un vecchio fioraio che diventa amico di un bambino ebreo: da rivedere, aveva ancora un fascino indiscutibile.

 

Certo amava il lusso, il gioco, si trovava costretto a fare film mediocri per pagare i debiti. Comunque mai un personaggio qualunque Omar Sharif, che parlava italiano con un accento molto mediterraneo. Tante donne, tanti premi, tanti soldi. Ora tutto è passato.

 

Ma sapere che il Dottor Zivago nel 1998 è entrato nella classifica americana dei cento film migliori di sempre, dev’essere stata una grande consolazione. Ed è quello che rimane di lui: un uomo, un attore vero, un carisma inimitabile.

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