Arrivederci, Costanzo
Se n’è andato. Nel buio della notte. Amico. Collega. Missionario. Amante della vita. Non conformista. Libero nella coscienza. Troppo sensibile per riuscire a rimanere a riposo. Appassionato di giustizia. Inguaribile cristiano.
Conobbi Costanzo Donegana a San Paolo del Brasile alla favelas Coreia, dove passava gran parte del suo tempo. Era il 1998. Missionario del Pime, amava alla follia il “suo” Brasile. Tornato in Italia lo conservò sempre nei suoi occhi. Mi portò quella volta in una casa dove due giorni prima era stato ammazzato un uomo. C’era ancora il buco della pallottola nella porta di cartone. E poi mi presentò una bimba prostituta di 14 anni nelle cui parole c’era la vita corta e la vita lunga.
Fece parte della redazione di “Città Nuova” per alcuni anni, lui che era giornalista per “Mondo e Missione”. Ogni 15 giorni veniva puntuale all’incontro di redazione portando reportage, sorriso e competenza. Sempre appassionato. Poi un anno difficile a Catania, quindi a Lecco e a Milano.
Nel suo paradiso ci saranno favelas, bella gente e una buona samba. In perenne conversazione col suo “Dio contromano“, come recita il titolo di uno dei suoi libri.