Arresto di Matteo Messina Denaro: come ha reagito il mondo
L’arresto di Matteo Messina Denaro ha naturalmente avuto eco anche oltre i confini nazionali. Il britannico Guardian, così come la Bbc, mette la notizia in testa alla pagina e parla de «l’ultimo padrino» e «il criminale più ricercato», e racconta la sua storia e quella del lavoro fatto dalle forze dell’ordine, soffermandosi in particolare sul fatto che non esistessero sue foto recenti e su come il suo aspetto fisico attuale sia stato ricostruito digitalmente ai fini delle ricerche.
Il francese Le Monde approfitta per ricordare una sua inchiesta sul boss fatta nel 2017, ma in quanto a notizie dall’Italia Messina Denaro è scalzato in home page dalla Lollobrigida; così come sul belga Le Soir, che parla di «duro colpo per la piovra siciliana» e definisce Messina Denaro «il mafioso più ricercato d’Italia» e «assassino implacabile»; e sottolinea come «la strategia d’isolamento abbia impiegato trent’anni a portare i propri frutti, tanto era importante la sua rete di sostegno».
Lo spagnolo El Paìs mette invece la notizia in apertura, con un reportage molto dettagliato del suo corrispondente Daniel Verdù – che inizia ricordando come «la leggenda vuole che i grandi capi di Cosa Nostra si trovino sempre vicino a casa propria»: nessuna fuga in lidi esotici, quindi.
Se qualcuno si aspettava maggior risonanza sui giornali tedeschi, dato che la criminalità organizzata italiana si è fatta sentire anche in Germania, si è sbagliato: complice verosimilmente la notizia delle dimissione della ministra della difesa, le testate in quel di Berlino e dintorni si limitano a rendere conto della stretta cronaca, e in basso in pagina.
Più “sul pezzo” il New York Times, che mette in apertura della sua pagina europea l’articolo «Boss mafioso arrestato in Italia dopo essere sfuggito alla cattura per trent’anni»; e richiama in particolare la condanna in contumacia per l’omicidio di Falcone e Borsellino.
All’altro capo del mondo, in Australia, The Age dà discreto risalto all’arresto «del fuggitivo numero uno in Italia», considerato «il maggior boss di Cosa Nostra anche durante la latitanza»; e fornisce un dettagliato resoconto sia dell’operazione che della vita di Messina Denaro, nonché dei suoi intrecci con le vicende di Riina e Provenzano. Va peraltro precisato che parliamo del quotidiano della città di Melbourne, dove risiede una folta comunità italiana.
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