Armonia e respiro: come ci vedono le altre riviste
La sintesi degli interventi di un forum speciale su "Unità e Carismi".
Il salone biblioteca dell’Editrice Città Nuova ci accoglie per un forum speciale: in occasione dei venti anni di “Unità e Carismi” abbiamo voluto invitare i rappresentati delle altre riviste di spiritualità o specializzate sulla vita consacrata, insieme ad alcuni autorevoli docenti delle università romane, per fare insieme con loro il punto sulla nostra rivista.
Rispondono al nostro invito: Eusebio Hernández Sola, oar, direttore di “Sequela Christi”; Roberto Fornara, ocd, direttore di “Rivista di Vita Spirituale”; il prof. González Silva, cmf, del Claretianum; il prof. Giuseppe Roggia, sdb, dell’UPS; “Testimoni” si è fatta presente con una lettera del prof. Mario Chiaro, redattore.
Il forum inizia con un breve saluto del dott. Donato Falmi, direttore dell’Editrice Città Nuova, al quale segue un excursus di Fabio Ciardi, omi, professore al Claretianum e direttore di “Unità e Carismi”, sull’origine e la finalità della nostra rivista (che possiamo conoscere negli altri articoli di questo numero) e sugli obiettivi dell’incontro.
Per fare insieme una valutazione della rivista avevamo proposto ai nostri qualificati interlocutori quattro domande sul linguaggio, sulle tematiche, sulla struttura e su eventuali suggerimenti. riportiamo di seguito la sintesi di alcuni interventi.
Prof. Giuseppe Roggia, sdb, UPS: Il linguaggio e la struttura della rivista sono buone, le tematiche interessanti. Nel panorama delle riviste del settore, che sono espressione degli organismi di comunione o che hanno come obiettivo lo studio e la documentazione sulle problematiche della vita consacrata, “Unità e Carismi” ha un suo posto originale.
La finalità della rivista, favorire la spiritualità di comunione fra tutte le componenti ecclesiali, può essere arricchita da alcuni elementi: sottolineare le tematiche con interventi di persone che vivono altri stati di vita, far emergere l’incidenza della tematica sul territorio, una maggiore attenzione alle nuove forme di vita consacrata che sono i germi del futuro; riscoprire i grandi filoni delle spiritualità carismatiche e mettere in evidenza le reciproche connessioni.
Prof. González Silva cmf, Claretianum: A volte il linguaggio è troppo serio, meglio sarebbe più leggero e agile. I contenuti, spesso morbidi e poco propositivi, sembrano più adatti a persone già conosciute, piuttosto che risultare attraenti per altri. Poiché i numeri sono monografici, aiuterebbe di più indicare il percorso che la rivista intende proporre nel corso dell’anno. A volte le tematiche sembrano rispecchiare la percezione di un bisogno, piuttosto che rispondere ad una domanda che nasce dalla vita in cui si è immersi.
Potrebbe essere interessante invertire l’ordine della struttura e partire dalle esperienze invece che dagli orientamenti: in questo modo la rivista offrirebbe una lettura e una proposta che nasce dalla vita. La rivista ha tutte le condizioni per occupare uno spazio proprio, e ancora totalmente disponibile, tra le riviste indirizzate al pubblico di consacrati e consacrate.
Eusebio Hernández Sola, oar, direttore “Sequela Christi”: Sono rimasto colpito dalla intercongregazionalità di “Unità e Carismi”. È per me una conferma della giusta direzione, perché è stata una lotta portata avanti da tanti anni e ora viene riconosciuta. La rivista, che di questa intercongregazionalità è un’esperienza forte, è importante che continui, aprendosi alla varietà dei carismi. Le esperienze fanno vedere i diversi carismi in concreto, sono una fonte per interpretare le varie forme di vivere la vita consacrata.
La rivista dovrebbe cogliere la sfida delle nuove forme di vita consacrata, dei consacrati e delle consacrate dentro i movimenti, dei rapporti con gli istituti. In questo momento sembra prevalere la tendenza a creare nuove strutture, invece che lasciar lavorare lo Spirito Santo. È una riflessione che può essere molto utile per gli altri continenti.
Roberto Fornara, ocd, direttore “Rivista di Vita Spirituale”: Vi ringrazio per l’invito, perché è un fatto che corrisponde alla finalità della rivista. Nelle nostre case arriva troppa carta stampata. Con “Unità e Carismi” si ha un po’ di respiro e in ogni numero trovo qualcosa di utile. La ricchezza di vita che avete alle spalle è il carisma dell’unità che vivete anche voi e che mi sembra custodisca il futuro della rivista.
La rivista, che vuole essere espressione di carismi, sembra limitarsi ad alcuni. Converrà ampliare la schiera di collaboratori, per integrare la sensibilità dei vari stati di vita e per dare alla rivista una linea più mariana. Potrebbe essere importante da parte degli autori rielaborare il proprio linguaggio carismatico alla luce della comunione, in modo che sia comprensibile a tutte le vocazioni. Infine farei attenzione all’equilibrio delle sezioni, che si potrebbero anche distinguere graficamente.
Dott. Mario Chiaro, redattore “Testimoni”: Nell’impossibilità di essere presente al vostro incontro di riflessione e discernimento sulla rivista “Unità e Carismi”, desidero – a nome della redazione di “Testimoni” (Centro Editoriale Dehoniano Bologna) – almeno trasmettervi la nostra fraterna partecipazione alla riunione e l’incoraggiamento a perseverare nello sforzo di servire alla crescita della spiritualità della comunione. Ci sembra questo, infatti, un commosso tributo da offrire, in questo periodo, alla vostra e nostra amata Chiara Lubich che vi protegge dal cielo.
Rileggendo la rivista nell’ottica delle domande da voi preparate, mi sembra che la pubblicazione sia snella e leggibile, ben inquadrata nel tema monografico, impreziosita dagli apporti di consacrate/i. In questo campo la nostra esperienza ci dice che è sempre più difficile far emergere la vitalità e la propositività della vita consacrata nell’attuale contesto socio-ecclesiale: occorre cercare dunque di non spegnere e di non perdere per strada le piccole significative voci, anzi esse vanno unite per tentare il coro nel rispetto di vocazioni e carismi…
Le tematiche, mi pare, che siano sufficientemente universali. Forse sono orientate più su un asse di lettura come carismi-vocazioni in relazione tra di loro e in funzione di/per il bene altrui… i consacrati mi sembra abbiano bisogno di mettersi in ascolto dello Spirito che li precede e opera sempre nella storia, che non si spaventino di perdere un po’ la loro identità e attivismo.
Personalmente, come missionario laico sposato con quattro figli, amico di diverse congregazioni e vicino a certe “crisi” di identità, mi orienterei più verso articoli che costringono a pensare con le persone e le situazioni della storia, che verso contributi che finiscono per rinforzare il fare per salvare gli altri. La vita consacrata che conosco in Occidente è, infatti, per lo più tendenzialmente individualista e semi-pelagiana: in questo il vostro contributo all’armonia collettiva può essere davvero prezioso.
Per quanto riguarda la struttura, le quattro sezioni sono efficaci. Ho notato che la sezione “Nuovi orizzonti” in genere rilancia eventi o tematiche strettamente attuali… non si potrebbe dare invece più spazio a una sezione più profetica del tipo “Nuovi stili di vita” con uno spazio incisivo e nuovo (senza fervorini o pie meditazioni, per favore) alla Parola di Dio?
Offro queste modeste indicazioni nella speranza di potervi incontrare e stabilire ulteriori ponti di comunione. A nome del direttore Antonio Dall’Osto e dalla redazione di “Testimoni”, porgo i migliori auguri di buon lavoro nel Signore.
Il forum si conclude con le parole del prof. Falmi: “Unità e Carismi” ha una fisionomia e un posto propri e originali nel panorama delle riviste specializzate sulla vita consacrata e può raccogliere la sfida di trovare le strade affinché la vita si faccia cultura.