Arcade Fire: la band del momento

Potrei sbagliarmi, ma questo Neon Bible (Universal) resterà negli annali come uno degli album più interessanti, significativi, e anche sintomatici di questo 2007. È il secondo lavoro di una band di Montreal -guidata da una coppia, lo statunitense Win Butler e la moglie Regine Chassagne d’origine haitiana – destinata a lasciare il segno: questione di stile, di intensità espressiva, di suggestioni sinuose. Gli Arcade sono tuttavia inetichettabili, e questa Bibbia al Neon, dribbla i cliché, i cataloghi, e le definizioni rendendo impervio se non impossibile perfino raccontarla. Di certo non è un disco alla mordi e fuggi, e nemmeno uno di quei capolavori dal fascino abbagliante. Ci va tempo per capirlo e per goderlo, ma ascolto dopo ascolto, ti s’infila nel profondo, e quando te ne accorgi, realizzi d’esser già irreversibilmente sedotto. Spiegarlo a parole è difficile, ma neppure servirebbe. Diciamo che siamo nell’ambito di certo indie-rock contaminato dal progressive: sonorità scure, dove lo strazio, la malinconia, e la tenerezza s’alternano generando emozioni ondivaghe. Le undici composizioni presenti sono così dilatate e strutturalmente amorfe, da somigliare più a delle micro-suite che a delle canzoni. Epperò tutto scorre senza intoppi, e in modo tutt’altro che cerebrale. Un caos emozionale soltanto apparente, come la trama rovesciata di certi tappeti. Intrecci imprevedibili, dove coesistono imperiosi organi a canne e arpe delicatissime, un coro militare e un’orchestra ungherese, xilofoni e fisarmoniche. Il tutto sovrapposto o intersecato con sapienza certosina, ma senza lasciar evaporare quell’aura di istintività ed ecologica naturalezza che è anzi uno dei tratti salienti dell’opera. Quanto ai testi – e ai sottotesti – non è difficile intuirvi molte delle inquietudini dell’oggi, pervase qua e là da qualche misticismo più o meno criptico (l’album è stato in buona parte registrato in una chiesa). È un mondo tutt’altro che sereno quello cantato dagli Arcade, fatto di specchi neri, di oceani di rumore, di gabbie e di strade desolate, di domande senza risposta. E se salvezza c’è, per loro è da cercarsi nelle grotte dell’intimo molto più che nei campi aperti delle relazioni interpersonali. Che questi canadesi siano da tener d’occhio, lo garantiscono non solo valanghe di recensori ed addetti ai lavori, ma anche personaggi del calibro di Bono Vox, David Bowie, e Chris Martin: tutta gente sufficientemente smaliziata e carismatica per saper cogliere affinità elettive anche e soprattutto là dove le pletore dei qualunquisti non oserebbero manco avventurarsi. Potrà anche non piacere, ma questo Neon Bibble è un disco con cui ogni rockettaro bisognoso d’aria nuova dovrebbe confrontarsi. CD Novità Carlinhos Browb A gente ainda não sonhou (Sony Bmg) Insieme a Daniela Mercury, Carlinhos è uno dei miti della scena bahiana, da tempo una delle più vivaci della scena brasiliana. Qui lo ritroviamo in una veste più pacata ed intimista del solito: quattordici grandi canzoni, più affini alle suadenze del bossanova di Rio che all’ipertrofia pittoresca della sua Bahia. Amos Lee Supply & Demand Emi Ecco un disco che gli amanti di certo cantautorato americano (da James Taylor a John Mayer) non dovrebbero lasciarsi sfuggire. A mezza via tra country e soul, il giovanotto di Philadelphia è appena al secondo lavoro, ma scrive e canta da artista consumato.

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