Arbus saluta Sandro Usai
Una folla commossa al funerale del cameriere sardo che ha perso la vita nell'alluvione in Liguria salvando due persone
C’èra tutta Arbus al funerale di Sandro Usai, il 40enne cameriere sardo, volontario della Protezione Civile, morto nell’alluvione che ha devastato il levante ligure una settimana fa. La chiesa della Beata Maria Vergine Regina non è riuscita a contenere l’abbraccio di tanta gente semplice, che ha visto un po’ se stessa in quel giovane sorridente anche se schivo, com’è tradizione sarda.
Il fratello Amedeo poco prima delle esequie ha ricordato come Sandro fosse di per sé poco avvezzo alla ribalta, e di certo il clamore mediatico non gli sarebbe piaciuto, ma è sicuro che non solo lui ma un’intera isola è orgogliosa di ciò che ha fatto. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha proposto nei giorni scorsi che a Sandro Usai venga conferita la medaglia d’oro al valor civile, un riconoscimento che tanti arburensi, come pure molti italiani, ritengono giusto.
Come è noto Sandro Usai, cameriere da diversi anni nella splendida Monterosso, uno dei paradisi delle Cinque Terre a due passi da La Spezia, è morto nel tentativo di aprire un tombino per far defluire l’acqua, permettendo il salvataggio di due persone, un gesto che gli è costato la vita. È stato riconosciuto grazie al tatuaggio sulla spalla con i 4 Mori, il simbolo della Sardegna, la cui bandiera avvolgeva la bara all’uscita dalla chiesa. “La morte ha coinciso col momento in cui stavi aiutando il tuo prossimo. Un gesto, il tuo, che rimarrà in noi, e che ti prometto non sarà dimenticato. Spero che la comunità sappia valorizzarlo nel modo dovuto”, ha detto il vescovo della Spezia, monsignor Francesco Moraglia, celebrando il rito funebre nella chiesa di Monterosso, prima della partenza del feretro per la Sardegna. "Sandro – ha detto il vescovo – ha scritto una delle più belle pagine del Vangelo”.
Ad Arbus la messa è stata seguita da una folla silenziosa e commossa, con le autorità civili e militari dell’Isola, in testa il presidente della Giunta Regionale Ugo Cappellacci. “Non c’è amore più grande di dare la vita per gli altri – ha detto nell’omelia funebre mons. Giovanni Dettori, vescovo di Ales – Terralba. – In queste circostanze soltanto la fede e la preghiera possono consolare la moglie, il figlio, i genitori, i fratelli, gli amici. È un dolore immenso, noi non possiamo far altro che stare vicini ai parenti di Sandro, cercare di far capire che in questi casi il silenzio è rispetto. In quel frangente drammatico Sandro ha dato il meglio di sé. Un eroe, certo, ma soprattutto un cristiano capace di un gesto di estrema carità”.