Aquiloni: volteggi in rima all’Eliseo
Piume, trucco ed il profumo delle tele di Luzzati fanno da sfondo ad un turbinio di luci e colori.
Paolo Poli porta in scena Giovanni Pascoli in chiave originale, inframezzandolo con simpatici stacchi musicali che fanno volare gli spettatori come “aquiloni” in un viaggio nella bella époque, quel periodo storico che va dalla fine dell’Ottocento alla prima decade del Novecento.
L’attore e regista toscano presenta questa pièce come il recupero d’uno dei padri della nostra letteratura, considerato, soprattutto dagli scolari, uno dei poeti più noiosi per via delle numerose tragedie familiari trattate.
Poli afferma che Pascoli, anche se nei testi manca di profondità filosofica, possiede l’intensità del ricordo dell’infanzia ed è, per certi aspetti, precursore del futurismo poiché fa uso di parole onomatopeiche, cioè quelle che riproducono suoni di cose, persone o animali.
Ancora una volta il metteur en scène fiorentino si dimostra una delle personalità dominanti del teatro nostrano, nutrendo profondo amore per il passato.
Egli è una risorsa per le nuove generazioni, capace di passare da spassosissime performance goliardiche “en travesti” ad abiti “borghesi”.
In questa nuova avventura è seguito da un fedele gruppo di quattro bravissimi interpreti : Fabrizio Casagrande, Daniele Corsetti, Alberto Gamberini e Giovanni Siniscalco. Quest’ultimo, attore originario della provincia novarese, eccelle per lo splendido timbro vocale e la presenza scenica.
Da registrare, al termine della performance, la presenza, fra il pubblico, del musicista Stefano Bollani che ha salutato Poli in camerino. L’attore si è dimostrato disponibile ed ha scherzato sullo spettacolo, criticando comicamente coloro che volevano complimentarsi di persona, come se volessero avvicinarsi a contemplare un prezioso reperto.
Per una serata fuori dagli schemi, allo stesso tempo culturale ed esilarante, si consiglia la visione di questo spettacolo che permette di divertirsi con uno dei più autorevoli esponenti dei palcoscenici italiani.
Aquiloni, fino al 3 febbraio, Teatro Eliseo, Roma