Aprire le mani di Dio
“A chi ha sarà dato e sarà nell’abbondanza, e a chi non ha sarà tolto anche quello che ha” (Mt 13,12). Queste parole di Gesù sono talmente importanti che il Vangelo di Matteo le riporta due volte. Esse mostrano chiaramente che l’economia di Dio non è come la nostra. I suoi calcoli sono sempre diversi dai nostri, come quando, ad esempio, dà lo stesso compenso all’operaio dell’ultima ora come a quello della prima. Gesù disse queste parole rispondendo ai discepoli che gli chiedevano perché a loro parlava apertamente mentre invece agli altri si rivolgeva in parabole, in maniera velata. Gesù dava ai suoi discepoli la pienezza della verità, la luce, proprio perché lo seguivano, perché per loro lui era tutto. A loro che gli avevano aperto il cuore, che erano pienamente disposti ad accoglierlo, che già avevano Gesù, a loro Gesù si dà in pienezza. Per comprendere questo suo modo di agire può essere utile ricordare un’altra Parola simile, che riporta il Vangelo di Luca: “Date e vi sarà dato; una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo “. Nelle due frasi, secondo la logica di Gesù, avere (a chi ha sarà dato) equivale a dare (a chi dà sarà dato). Sono sicura che questa verità evangelica l’hai sperimentata anche tu. Quando hai aiutato una persona ammalata, quando hai consolato qualcuno che è triste, quando sei stato vicino a chi si sente solo, non hai provato a volte una gioia ed una pace che non sai da dove vengono? È la logica dell’amore. Quanto più uno si dona tanto più è arricchito. Potremmo allora leggere così la Parola di questo mese: a chi ha amore, a chi vive nell’amore, Dio dà la capacità di amare ancora di più, dà la pienezza dell’amore fino a farlo diventare come lui che è Amore. Sì, è l’amore che ci fa essere. Noi esistiamo perché amiamo. Se non amassimo, e tutte quelle volte che non amiamo, non siamo, non esistiamo (“sarà tolto anche quello che ha”). Allora non ci resta che amare, senza risparmio. Solo così Dio si donerà a noi e con lui verrà la pienezza dei sui doni. Diamo concretamente a chi ci sta attorno, sicuri che dando a lui diamo a Dio; diamo sempre; diamo un sorriso, una comprensione, un perdono, un ascolto; diamo la nostra intelligenza, la nostra disponibilità; diamo il nostro tempo, i nostri talenti, le nostre idee, la nostra attività; diamo le esperienze, le capacità, i beni per farne parte ad altri, in modo che nulla si accumuli e tutto circoli. Il nostro dare apre le mani di Dio che, nella sua provvidenza, ci riempie sovrabbondantemente per poter dare ancora, e tanto, e ricevere ancora, e poter così venire incontro alle smisurate necessità di molti. Il dono più grande che Gesù vuol farci è lui stesso, che vuole essere sempre presente in mezzo a noi: questa è la pienezza di vita, l’abbondanza di cui vuole ricolmarci. Gesù si dà ai suoi discepoli quando lo seguono uniti. Questa Parola di vita ci ricorda, quindi, anche la dimensione comunitaria della nostra spiritualità. Possiamo leggerla così: a quanti hanno l’amore reciproco, a quanti vivono l’unità sarà data la presenza stessa di Gesù in mezzo a loro. E ci sarà dato ancora di più. A chi ha, a chi ha vissuto nell’amore e così avrà guadagnato il centuplo in questa vita, sarà dato anche, in sovrappiù, il premio: il Paradiso. E sarà nell’abbondanza. Chi non ha, chi non avrà il centuplo, perché non ha vissuto nell’amore, non godrà in futuro nemmeno del bene e dei beni (parenti, cose) che ha avuto sulla Terra, perché in inferno non ci sarà che pena. Amiamo, dunque.Amiamo tutti.Amiamo fino al punto che anche l’altro ami a sua volta e l’amore sia reciproco: avremo la pienezza della vita.