Apre a Roma l’Albergo Etico

Il prossimo 22 dicembre partirà ufficialmente l'attività imprenditoriale di Antonio Pelosi dove una decina di giovani con disabilità fisica, intellettiva o sensoriale lavoreranno accanto ad altri normodotati

11 dicembre. La prestigiosa sala della Piccola Protomoteca in Campidoglio è superaffollata: membri delle istituzioni nazionali e locali, operatori dei media, responsabili di Movimenti e associazioni, esponenti del mondo imprenditoriale, educatori, giovani coinvolti in un’iniziativa che illumina la città di Roma «così bisognosa di segnali positivi», come commenta la giornalista Paola Severini Melograni, brillante moderatrice, che continua «un franchising della solidarietà, un modo nuovo di fare franchising».

Ma qual è l’iniziativa che dà proprio a tutti i partecipanti – lo dico senza timore di smentita – l’emozione di vivere un incontro che lascia il segno? Si tratta della conferenza stampa di presentazione dell’Albergo Etico di Roma, un’idea divenuta progetto concreto, di Antonio Pelosi, giovane ingegnere e coraggioso imprenditore romano, dotato di capacità e competenze non comuni, che fa parte di una famiglia con una solidissima esperienza nel campo. A questo si aggiunge un incidente subìto anni fa, seguito da quasi un mese di coma e dalla successiva riabilitazione. Un’esperienza di quelle che possono cambiare la vita e la visione delle cose. È per lui forse questa l’occasione per un sogno o meglio un’ispirazione. Che è divenuta realtà.

«Quando abbiamo deciso di dar vita al progetto dell’Albergo Etico avevamo ben chiaro che il nostro agire aveva un obiettivo, una vera e propria call to action… Siamo convinti che ciascuno di noi abbia un patrimonio ricchissimo a cui attingere e che ci dà la forza propulsiva per vivere pienamente: le nostre abilità e attitudini, il nostro talento, per ognuno diverso e speciale, unico al mondo».

«Le persone con disabilità fisica, intellettiva, sensoriale, fanno più fatica a far emergere le loro potenzialità – continua Pelosi – e spesso non hanno la possibilità di dimostrare ciò che sanno fare con le loro abilità residue e sotto la spinta di una profonda forza di volontà. Hanno bisogno di porte aperte, di un’idea di futuro e di una prospettiva di vita indipendente e autonoma, dignitosa e colma di soddisfazioni, senza pregiudizi… L’Albergo Etico di Roma è nato così, prima di tutto nelle nostre intenzioni…un luogo bello, una struttura ricettiva di prim’ordine dove lavoro faccia rima con inclusione, solidarietà, integrazione vera, abbattimento di ogni pregiudizio».

È chiaro che si tratta di un solido progetto imprenditoriale, che è al tempo stesso una grande sfida sociale e non ha nulla a che vedere con l’assistenzialismo, la pietà, il volontariato.

È potuto decollare grazie anche a tanti che hanno risposto alla call to action di Pelosi: fornitori, amici, conoscenti con competenze varie, avvocati e architetti, geologi e designer, che hanno messo gratuitamente a disposizione tempo e know how secondo le proprie possibilità. Fondamentale il programma Social Impact Banking di UniCredit (senza finanziatori nulla sarebbe possibile, commenta realisticamente la Severini).

Suggestiva la location dell’albergo: una palazzina dei primi del 900 in via Pisanelli, a due passi da piazzale Flaminio, ex scuola e convento delle Figlie di Nostra Signora della Misericordia. Le suore dovevano lasciarla e avevano avuto alcune proposte, ma hanno «fortemente voluto l’Albergo Etico nella loro casa», anche perché in qualche modo c’è una linea di continuità col loro carisma. Santa Maria Giuseppa Rossello, loro fondatrice, appartiene alla schiera dei Santi sociali dell’800 e si è impegnata con le sue seguaci per la cura di malati, l’educazione e il riscatto di giovani poveri, aiutati anche a sottrarsi a esperienze devastanti.

Commovente la testimonianza di un giovane con sindrome di Down e due ragazze rispettivamente con sindrome di X fragile e post comatosa, 3 dei giovani che, concluso il percorso formativo, possono lavorare e ne hanno dato una piccola dimostrazione nell’open coffee attivo durante tutto l’incontro.

Saranno circa una decina i giovani che lavoreranno accanto ad altri normodotati, ma il sogno può espandersi e altri, magari con altre patologie, potranno essere formati per avere lavoro, visto come «un canto che parla di dignità e pienezza e ci fa stare bene al mondo» per usare le parole di Pelosi.

Una storia vera dal sapore di fiaba, la racconta Alex Toselli, una storia di persone, di accoglienza e di inclusione, quella dell’Albergo etico di Asti, il primo in Italia, «a cui il mondo ora guarda come esempio virtuoso di impresa sociale, capace di abbinare turismo di qualità a reale inclusione sociale». Infatti sul suo solco sono sorti alberghi di questo tipo in Argentina, Usa, Spagna, Norvegia, Australia, Slovacchia. Un’impresa sociale replicabile.

Toccanti e puntuali gli interventi di Andrea Venuti, disability manager di Roma Capitale, e di Vincenzo Zoccano, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri (Famiglia e disabilità). Nessuna concessione alla retorica nel suo discorso breve, efficace, convinto, ricco di umanità per l’esperienza personale e quella politica. «Lo stigma della disabilità si toglie passando da una doverosa politica di protezione a una doverosa politica di promozione».

Il 22 dicembre l’Albergo Etico, the first in Rome (ma si spera not the only one, come ci tiene a sottolineare Pelosi) aprirà ufficialmente.

La contentezza, la partecipazione e l’entusiasmo di tutti i presenti danno la misura di quanto siano attesi e accolti esperienze e progetti come questo, capaci di cambiare le prospettive della società.

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