Appesi ad un …Fill
Peter è il futuro! . Bode Miller è un istintivo, quando scia e quando da giudizi. Credo che Fill potrà vincere la Coppa del Mondo. Senza aspettare troppo tempo, due o tre anni, forse prima. Già ora è un uomo da podio. Lo tengo d’occhio da un paio d’anni e… devo ammettere che scia bene!. Lui, Peter, il campione che non ha mai vinto, ma che ha collezionato un podio dopo l’altro in discipline diverse, lo ha dimostrato in tutto l’inverno e il quarto posto in classifica di Coppa del Mondo testimonia il suo talento polivalente: ora lo attendono i Mondiali, appuntamento che vale una stagione. La nostra squadra si presenta con diversi giovani di talento, ma dopo un’annata avara di successi e difficile sul piano della gestione economica. Le speranze al femminile sono affidate a Karin Putzer, tornata miracolosamente al successo nel gigante di Cortina dopo la ricostruzione dell’anca, e a Denise Karbon. Peter Fill, cugino di Denise, è la punta di diamante del settore maschile: in questa stagione ha finora collezionato due secondi, due terzi e due quarti posti. Peter quest’anno ha volato, con gli sci, tanto nel freddo dei meno venti gradi del Canada, come sulla crosticina infida di neve artificiale di Wengen. Proprio la pista Svizzera, tempio dello sci, ha messo alla prova le reali qualità di questo ragazzo, sia per la difficoltà della neve, per la sua lunghezza (4480 metri!), un martirio per i muscoli. Al traguardo, terzo, coperto dai complimenti, ha confessato: Non ho rischiato abbastanza per meritarmi questo terzo posto, non è stata una buona discesa, insomma sono stato fortunato. Ormai sono tra i grandi? Beh, sto ancora aspettando il giorno in cui lascerò tutti i grandi dietro di me. Non è falsa umiltà la sua: è cresciuto in una famiglia che di sacrifici non ne ha fatti certo pochi. A Castelrotto, ai piedi dell’Alpe di Siusi, in Alto Adige li conoscono tutti. La saga di famiglia oggi è segnata dallo sci: Peter va di podio in podio, la cugina Denise sta riconquistando un posto di tutto prestigio nello sci alpino femminile, dopo un infortunio che l’ha condizionata per due stagioni. La saga fino a ieri era soprattutto saga di donne: sull’altipiano tutti conoscono nonna Julia che ha tirato su cinque figlie, due di loro sono le madri di Peter e Denise, e mantenuto la famiglia lavorando come cameriera perché il marito Angel è stato per anni ricoverato in ospedale per un grave incidente alla guida di un camion. Forse anche per questo i nipoti hanno imparato a lottare. Del resto anche il padre di Peter, Alois, commerciante all’ingrosso di frutta e verdura, ha sempre lavorato sodo: solo da un paio di settimane è entrato nella nuova bella casa con gli appartamenti dei figli al piano superiore. Anche per la figlia Sara, talento della neve, costretta al ritiro da problemi alla schiena. Ora è ginecologa in ospedale a Magdeburgo. Nonna Julia intanto ancora oggi lava e stira per l’intera tribù, oltre che cucinare squisiti strudel per tutti nipoti al ritorno dalle gare. Quando Denise e Peter tornano a casa è festa per tutti: il paese intero aspetta i suoi figli d’oro, Peter in mezzo alla folla a firmare autografi, Denise con i bambini. Proprio i bambini sono i primi fans dei due talenti azzurri: quando gareggiano sono i primi ad imitarli, in piedi, su è giù dal divano, con le racchette da sci sotto le ascelle, pronti a simulare una curva o a saltare con loro. La festa in piazza finisce in trattoria assieme al Fans Club e poi tutti a giocare e scherzare sulla pista di ghiaccio a giocare a stock, un misto fra il curling e le bocce, sport adorato da Peter che vi si dedica con sorprendente serietà, alternando belle giocate a errori. Ma anche ora che i traguardi sportivi più importanti, coppa del mondo e campionati mondiali, potrebbero non essere più solo un sogno, i due ragazzi stanno con i piedi, o meglio con gli sci, per terra. Forse perché sanno benissimo che se anche tornassero a casa coperti di medaglie d’oro, in Austria, Germania e Sudtirolo (da quelle parti si chiama così quello che noi chiamiamo Alto Adige) saranno sempre e solo i nipoti di Norbert Rier, re del folk tirolese con i Kastelruther Spatzen (i passeri di Castelrotto), che vende milioni di cd ed il cui festival a ottobre riempie l’Alto Adige. Non ce la faranno mai a batterlo.