Apocalisse
L’ultimo prodotto della Lux-Vide, il ventunesimo del “progetto Bibbia”, andrà in onda su Raiuno, in prima serata, il prossimo 10 dicembre. Operazione coraggiosa, mai tentata prima, di trasporre sul piccolo schermo un testo “di rivelazione” particolarmente arduo, anche se molto affascinante, ispiratore di testi letterari e di una ricca iconografia artistica e cinematografica. Il lavoro, diretto da Raffaele Mertes, si avvale dell’ultima intensa partecipazione di Richard Harris quale protagonista (l’attore – che aveva aperto la serie con “Abramo” – è recentemente scomparso a Londra) e di un cast di interpreti molto coinvolti (Paolo Villaggio,Vittoria Belvedere, Benjamin Sadler). La storia prende le mosse dall’esilio dell’apostolo Giovanni nell’isola di Patmos dove, in un campo di prigionia, ha le rivelazioni riguardo alla vicende presenti e future dell’umanità e al progetto divino su di essa. L’ambientazione è credibilmente ricostruita, grazie ad episodi che si intersecano, proponendo via via la figura dell’imperatore Domiziano, la vita di una piccola comunità cristiana perseguitata, le vicende umane di un ufficiale romano (Valerio) e di una forte donna cristiana (Irene), per concludersi con un periodo di pace per i fedeli, grazie al nuovo sovrano Nerva. Ricostruzione plausibile della fine del primo secolo della nostra era – data della composizione del testo -´ il film si avvale, oltre ad una scenografia coerente, di un ampio uso di effetti speciali, realizzati grazie al computer- grafica per render “visibili” le rivelazioni di Giovanni. Un lato spettacolare che si inserisce equilibratamente nella vicenda, facendo dell’apostolo, più che un “visionario”, un uomo che lotta per la vita e per la fede, attento al volere di Dio e alle sue manifestazioni, come dovrebbe essere di ogni credente: il che rende la fiction particolarmente comprensibile al grosso pubblico. Apocalisse infatti si segnala anche per la capacità di proporre una sintesi efficace del testo poco frequentato, lanciando messaggi di amore reciproco, di speranza tuttora validi. Altro pregio del film, nel quale non si rievoca solamente una vicenda del passato ma, grazie agli effetti speciali e al senso della storia stessa, la si rende contemporanea. Il che non è poco. Regia Raffaele Mertes, scenografia Paolo Biagetti, musiche Marco Frisina, story editor Saverio D’Ercole, sceneggiatura Francesco Contaldo, Gianmario Pagano, Raffaele Merters; montaggio Elisabetta Marchetti.