Aperta a Genova la lavanderia di papa Francesco
Nel fine settimana scorso, nel centro storico di Genova, il cardinale Konrad Kajewski, elemosiniere di papa Francesco, ha inaugurato in piazza Durazzo 12 la lavanderia e le toilette per i clochard, grazie alla comunità di Sant’Egidio che si occuperà della gestione. «Nelle nostre città italiane – ha affermato l’alto prelato, che qualche tempo fa aveva tolto i sigilli ai contatori di un palazzo occupato a Roma, impegnandosi a pagare le bollette arretrate – nessuno muore di fame, se non vuole, perché gli italiani sono molto generosi, le mense sono dappertutto, quasi ogni parrocchia ne ha una per i poveri. Invece una volta, nel 2013, uscendo da una chiesa di San Pietro, mi si è avvicinato un siciliano, Marco, che mi ha detto: “Oggi ho fatto il compleanno”. Gli ho detto: “Chiama i tuoi amici e andiamo al ristorante a festeggiare”. Lui mi ha risposto: “Non posso, perché puzzo”. Così è nata l’idea di fare un servizio docce nel cuore di piazza San Pietro, sotto il colonnato» e adesso anche a Genova.
Nel corso della sua visita a Genova, il cardinale Kajewski ha parlato anche delle indicazioni ricevute dal papa quando lo ha scelto per l’incarico di elemosiniere. «Il Santo Padre – ha aggiunto – quando mi ha nominato mi ha detto: “Vendi la scrivania, così saprai come vivono i poveri. Devi vivere con loro, stare con loro, dormire con loro, fare una famiglia con loro». Nascono dunque dalla condivisione queste opere che, possono sembrare piccole, ma non lo sono, sottolinea il cardinale. Sotto il colonnato di san Pietro a Roma, infatti, ci sono tre docce aperte dalle 7 alle 19, e quasi 200 persone al giorno che le utilizzano. In dieci giorni sono 2 mila, in un mese 6 mila. «Quando ho fatto notare al Santo Padre che eravamo diventati una fabbrica – continua Kajewski – mi ha detto: “Hai la possibilità di accorciare i capelli a Gesù, di lavargli i piedi e ancora ti lamenti?“. La misericordia è questa, aprire le docce per i più sfortunati».
Alla vigilia dell’inaugurazione della lavanderia per i poveri, spiega l’elemosiniere, «il Santo padre mi ha detto: “vai a Genova e porta la mia benedizione”. In un tempo in cui si erigono muri, qui vogliamo aprire una porta».
La lavandieria ha tre docce e, accanto, un locale ampio con lavatrici e asciugatrici messi a disposizione dei senza fissa dimora, che potranno lavare, asciugare e stirare i propri indumenti, fare la doccia e la barba. Nel corso dell’inaugurazione, la piccola piazza antistante il locale s’è gremita in fretta di curiosi e di poveri, entusiasti per questo nuovo servizio offerto loro. Ma anche curiosi di conoscere don Corrado, come lo chiamava Gimmi: «Gli voglio stringere la mano e dirgli che è un grande e che voglio andare a trovarlo a Roma».
E con Gimmi, attorno a don Corrado, si sono stretti tantissimi homeless. Lui ha stretto mani, salutato ciascuno, soffermandosi a domandare le situazioni di ognuno. Un momento di festa sincera, semplicissima, ma vera fino all’osso, dove ognuno si è espresso per com’era e niente era stonato, fuori luogo. Come è stato normale che a tagliare il nastro dell’ingresso ai locali fosse Boussa, un anziano cittadino marocchino che vive nelle case per l’emergenza abitativa finanziate da Costa Crociere foundation.
La lavanderia del Papa aprirà tre volte alla settimana e su prenotazione. «C’era bisogno a Genova di un posto dove i senza fissa dimora possano curare la propria igiene. Apriremo due volte di pomeriggio e una di mattino – ha detto Maurizio Scala di Sant’Egidio -. Prendersi cura dell’igiene è molto importante, perché permette di fare uscire queste persone dall’emarginazione sociale».
Si pensa che inizialmente potrebbero essere un centinaio di persone a usare questi bagni e servizi. «Ci sono già anche altri servizi igienici peri senza fissa dimora nelle sedi di vari associazioni genovesi – ha aggiunto Scala -, ma da quando sono stati chiusi, anni fa, i servizi del diurno del Comune, nel sottopasso di piazza De Ferrari, non erano più sufficienti e c’era la necessità di aprirne altri».
In una nota il Cardinale ha scritto, a proposito delle docce e della lavanderia, che dono «Un luogo e un servizio per dare forma concreta alla carità e al tempo stesso intelligenza alle opere di misericordia per restituire dignità a tante persone che sono nostri fratelli e sorelle, chiamati con noi a costruire una “città affidabile”. Un altro segno per dare concretezza all’esperienza iniziata nell’anno anno giubilare della misericordia, come aveva chiesto il papa. Un servizio gratuito dedicato alle persone più povere e a quelle senza fissa dimora e un nuovo spazio nel centro storico, con la possibilità di incontri, di amicizia». E siccome la giornata era dedicata a loro, proprio due ex homeless hanno voluto regalare al cardinale un maglione, un paio di guanti e un cappello «per quando vai per strada a incontrare i senza dimora – hanno detto -. Il freddo è brutto, noi lo sappiamo bene».