Anno nuovo, marito nuovo
A volte vorrei buttare tutto all’aria e lasciarlo…Ma è giusto rovinarmi tutta la vita vicino ad un uomo che non mi capirà mai?. Giuliana – Roma Il desiderio di buttare tutto all’aria, di interrompere il legame con il proprio coniuge perché non ci sentiamo capiti, stimati, appagati nelle nostre aspirazioni più profonde, è una tappa frequente del percorso matrimoniale. Momenti di questo tipo sono a volte paragonabili ad un ciclone che spazza tutto via, che, sollevando un grande polverone, non lascia più intravedere le qualità presenti nell’altro. La crisi non è una sconfitta, ma può essere un salutare richiamo a ricercare un nuovo equilibrio, a trovare nuove possibilità di intesa, che permettono spesso di aprire nuove porte e di scoprire un nuovo accordo su realtà prima distanti. Certamente esistono delle situa- zioni estreme nelle quali anche la Chiesa suggerisce la separazione, pur nella fedeltà dei singoli coniugi al patto matrimoniale, per poter salvaguardare la loro integrità psico- fisica e spirituale. Nella maggior parte dei casi, però, lo scoraggiamento, la sensazione di fallimento sopraggiungono quando non siamo più capaci di scorgere i lati positivi dell’altro, quando il nostro io con le sue aspirazioni pur legittime ci spinge a non amare più. È umano desiderare la felicità, ma dobbiamo comprendere bene dove cercarla. Nella nostra cultura spesso vi è la diffusa convinzione che essa si raggiunga nel contesto di un amore romantico e appassionato, nella relazione con una persona speciale capace di colmare tutti i nostri bisogni. Tale ottica, però, rischia di essere assai limitativa, perché spesso questa persona speciale non esiste. Esistono, invece, persone come ciascuno di noi, che si scontrano ogni momento con i propri limiti e la vita di coppia sembra fatta apposta per metterli a nudo. Aprire il nostro cuore sui bisogni degli altri, instaurando rapporti autentici di comprensione e condivisione con tutti: è questa la strada maestra per realizzare le nostre aspirazioni più profonde. Il 14° Dalai Lama in un’intervista famosa riassume così la sua ricerca della felicità: Credo che il giusto impiego del tempo consiste, ove possibile, nel servire gli altri, tutti gli altri esseri viventi.Mettersi in un’ottica di comprensione e di perdono, di calore umano e di gentilezza, ci permette di guardare la vita da nuove prospettive, di ridefinire le priorità e di capire meglio quali direzioni imboccare. Spesso succede che di fronte a questo nostro cambiamento vengono riattivate le migliori potenzialità dell’altro. Ma occorre essere capaci di non aver fretta e di mantenere sempre viva la speranza. mr.scotto@focolare.org