Annie Ernaux, un Nobel alle battaglie delle donne

Riconosciuto il talento immenso e multiforme di una scrittrice francese di nascita e universale per vocazione
Annie Ernaux premio Nobel per la letteratura (AP Photo/Michel Euler)

Il messaggio dell’Accademia di Svezia è arrivato dritto e chiaro a tutto il mondo: dare all’82.enne Annie Ernaux il Premio Nobel per la Letteratura 2022 significa premiare il genio femminile e l’impegno delle donne per la conquista dei diritti civili, ma soprattutto vuol dire riconoscere il talento immenso e multiforme di una scrittrice francese di nascita e universale per vocazione.

Ecco la motivazione ufficiale: «per il coraggio e l’acutezza clinica con cui ha svelato le radici, gli straniamenti e i vincoli collettivi della memoria personale».

Nata il primo settembre del 1940 a Lillebonne in Normandia, Annie Ernaux è il simbolo di una vita letteraria che guarda con passione alla realtà, ai problemi quotidiani delle persone, all’impegno politico e sociale. In un tempo malato di narcisismo e autoreferenzialità, in lei domina invece un concetto di letteratura che prende “materiali” dalla sua stessa vita e ne fa memoria storica, collettiva e condivisa.

Lei è capace al tempo stesso di raccontare e anticipare la realtà, cercando sempre il cambiamento di prospettiva e la rivoluzione delle cose. Come “dimostra” (anche se nessun artista può essere “ridotto” alle sue opere) il romanzo che da tutti viene considerato il suo capolavoro, Gli anni, pubblicato dalla prestigiosa Gallimard in Francia nel 2008 e in Italia (dov’è molto letta e amata) nel 2015, come la maggior parte delle sue opere, presso l’editore L’Orma nelle traduzioni di Lorenzo Flabbi, vincendo il Premio Strega Europeo 2016.

Come spesso succede – notiamo per inciso – sono le piccole e medie realtà editoriali ad avere l’occhio lungo su scrittori e scrittrici di talento.

Diciassettesima donna su 118 premiati dall’Accademia di Svezia, Annie Ernaux usa la penna come un coltello (la metafora è sua), squarciando i veli dell’autocompiacimento e della fantasia. Ha raccontato, e si è raccontata, senza falsi pudori o schermi sociali: ricordi, traumi, incontri, esperienze, lotte e amori.

Ne Gli anni ha messo tutto: dalle disuguaglianze di genere all’aborto clandestino, dalla scoperta del sesso ai disturbi alimentari. Altri titoli importanti: Memoria di ragazza, La donna gelata e L’evento. Quest’ultimo, che ha come protagonista una ragazza di 23 anni che nel 1963 scopre di avere una gravidanza indesiderata e non può abortire se non clandestinamente, è diventato un film di Audrey Diwan, La scelta di Anne, vincitore del Leone d’Oro alla Mostra del Cinema di Venezia 2021.

«Lotterò fino al mio ultimo respiro – ha detto la scrittrice francese – affinché le donne possano scegliere se essere madri o meno: la contraccezione e l’aborto sono un diritto fondamentale, la matrice della libertà delle donne».

Il prossimo romanzo (il settimo tradotto in italiano) è previsto sempre per i tipi de L’Orma, il 9 novembre. S’intitola Il ragazzo e racconta il suo rapporto con un uomo di 30 anni più giovane. Nel catalogo Bur è uscito invece, in edizione tascabile nel 2013, Passione semplice.

«Forse il vero scopo della mia vita – aveva detto all’Ansa nel 2019 – è soltanto questo: che il mio corpo, le mie sensazioni e i miei pensieri diventino scrittura, qualcosa di intelligibile e di generale, la mia esistenza completamente dissolta nella testa e nella vita degli altri».

Vincitrice di numerosi premi, ha anche realizzato con il figlio David il suo primo docu-film Les Annes Super 8, tratto da filmini di famiglia, con la sua voce fuoricampo, presentato al Festival del Cinema di Cannes di quest’anno. Per la prima italiana del film è attesa il 22 ottobre alla Festa del Cinema di Roma. Poi, il 24 e 25 ottobre, sarà a Bologna per Archivio Aperto, la rassegna annuale sulla riscoperta del patrimonio cinematografico privato e inedito (film amatoriali, sperimentali e indipendenti).

Annie Ernaux è cresciuta nella piccola città di Yvetot in Normandia, dove i suoi genitori avevano un caffè-drogheria. Una realtà che ha raccontato in La donna gelata, che abbiamo già citato, in cui i ruoli in famiglia sono ribaltati e per lei bambina è normale sia così: il padre lava i piatti, cucina, esce poco di casa, mentre la madre sposta scatoloni e cassette di prodotti, si occupa dei clienti e dei fornitori del negozio.

Divenuta poi docente di lettere moderne, negli anni Settanta milita nel movimento femminista ed esordisce nel 1974 con il romanzo Les armoires vides (Gli armadi vuoti). La svolta arriva nel 1983 con il quarto libro, La place (Il posto): un ritratto spassionato di suo padre e dell’ambiente sociale che lo aveva formato.

Nei suoi libri lei si è raccontata come ragazza, moglie, madre, donna. Attorno a sé, i grandi fatti storici, dall’emancipazione femminile al governo De Gaulle. Nel romanzo Guarda le luci amore mio per un anno ha annotato in un diario le sue escursioni al supermercato tra “impotenza e ingiustizia”.

E ancora riferendosi a L’evento: «Non sapevo se ero stata ai confini dell’orrore o della bellezza. Provavo un senso di fierezza. Forse la stessa dei navigatori solitari, dei drogati e dei ladri, quella di essersi spinti fin dove gli altri non oserebbero mai andare. Può darsi sia qualcosa di quella fierezza ad avermi fatto scrivere questo racconto».

Libro dopo libro, Annie Ernaux ha conquistato pubblico e critica. Il Nobel per la Letteratura è il suggello di una ricerca che sicuramente non è conclusa: «Se non le scrivo, le cose non arrivano al loro compimento, sono state solamente vissute».

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