Anni ruggenti

Al Marca di Catanzaro in mostrale opere degli artisti berlinesi degli anni Ottanta
berlinottanta

Prima che il Muro cadesse, quando l’arte dell’Est appariva ingessata nelle ripetizione di schemi del passato, a Berlino ovest, nel quartiere di Kreutzberg, gli atelier degli artisti fiorivano di scoperte e di sperimentazioni ardite.

 

Ed è ancora così, come ho potuto osservare, immergendomi in quell’ambiente l’estate scorsa. “Nuovi Selvaggi” furono chiamati questi autori, per via del loro linguaggio espressionista, violentemente fulmineo, insofferente di preconcetti. Presagiva il vento della libertà che avrebbe portato alla caduta del Muro?

 

Georg Baselitz, Karl Horst Hodicke, Bernd Koberling, Markus Lupertz e amici sono oggi esposti tutti insieme a Catanzaro in una rassegna di dipinti e foto che ne traccia un ritratto vivido e soggiogante.

 

Hodicke è un uomo che vive di scatti e di sogni, di una pittura che ricorda a volte Grosz nella tetraggine dei colori, ma si apre a scatti fulminei di azzurro per esprimere una visionarietà sulfurea (La Grotta, 1982) ed un dinamismo infuocato (La caduta dei Satiri, 1987). Mai quiete nella sua arte, un sentimento del movimento che non lascia tregua: questo è un pittore che ha fretta di inghiottire la storia.

 

Koberling è più cupo. Le sue sagome emergono da fondi neri o rossastri con cui descrive il lavoro di una città in piena evoluzione, ma è capace di attimi romantici come quando si inventa (L’albero degli uccelli, 1983) un notturno surreale dove volatili bianchi stanno sospesi nel cielo blu-azzurro che ricorda, per chi conosce la storia dell’arte germanica, i cieli di lapislazzulo nelle visioni di Grunewald.

 

È questa un’arte notturna, metropolitana, che ritrae e scompagina in linee acute, il nervosismo di una vitalità che fatica a trattenersi. Dove andranno le sagome spettrali della Notte verde (1987) o di Nata in una grande città (una danza “infernale” del contemporaneo assembramento cittadino, un “sabba” autentico del colore e del moto) di Middendorf? E dove portano le piscine dove gli esseri umani si schiariscono come pesci al sole nelle tele di Salomè, una delle artiste di questa fase “selvaggia”?

 

Eppure, questo gruppo di giovani irrequieti, instabili, che fanno del colore quello che vogliono, che seguono prepotentemente la vita del secolo ventunesimo che sta per venire – per loro è già venuto – parlano di una passione per la voglia di vivere, una gioia sfrenata di essere al mondo, una libertà espressiva che colora il “popolo della notte” dei quartieri berlinesi di un sogno folle, straripante di energia.

 

Non è irragionevolezza giovanile, non è solo fantasia o stravaganza. Essi mescolano la tradizione (Munch, Gauguin, van Gogh, Grosz e così via) con l’attualità in una “commedia della vita” che inscena ciò che agita l’uomo, sentimenti, passioni e intelligenza. Sotto il segno di una irruenta tensione alla immortalità. Questa è una generazione che non vuole perdere né morire, ma solo liberarsi e liberare.

 

BerlinOttanta. Pittura irruente. Catanzaro, MARCA. Fino al 9/10 (catalogo Electa).

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