Anime di fuoco
Nel 1948 l’Ideale dell’unità acceso da Dio nel cuore di Chiara Lubich e delle sue prime compagne a Trento durante la guerra era già arrivato in tutta la penisola italiana, dando vita in diverse città a piccoli gruppi di persone. Da qui una fitta corrispondenza per formare alla neonata spiritualità e mantenere saldo fra tutti l’amore scambievole. La lettera qui pubblicata ne è una testimonianza.
Trento, 4 novembre 1948
Carissime sorelle di Anagni,
sempre vivo è nel nostro cuore il ricordo di voi e noi, quassù a Trento, viviamo nella ferma speranza di vederci presto, di abitare presto vicine vicine, e poter così comunicarci spesso le nostre idee e tutti i doni che Dio ci fa.
Giacché scrivo a tutte lasciate che vi dica qualcosa che mi sta a cuore e che vi servirà senz’altro.
È volontà di Dio che tutta Anagni cada nella fornace dell’Amore del Cuore di Gesù.
Per questo mettiamo noi in opera tutte le nostre possibilità. Attuiamo perfettamente la divina volontà che Dio chiede da ciascuno di noi e allora Gesù, visti i nostri sforzi e i risultati parziali della nostra attività d’amore (siamo sempre limitati!) Egli, che è l’Infinito, ci aprirà nuovissimi orizzonti, nuovissime possibilità, e ci butterà in tutti i campi dell’umana società, come tizzoni di fuoco che incendieranno ogni ambiente.
Però questa è opera di Gesù. L’importante per noi è fare la nostra parte: e cioè adempiere la volontà di Dio su di noi.
È comando di Dio che noi L’amiamo con tutto il cuore; cioè che facciamo con tutto il cuore la divina volontà che è ora amarci a vicenda, e amare il prossimo che ci sta accanto attimo per attimo a tale punto e con tale slancio che egli si senta travolto dal nostro Ideale stesso e costretto dall’amore ad amare Dio con tutto il cuore.
Sorelle mie, Gesù gode al sapere che altre tre sorelline sono unite a voi, come mi scrive Carmelina, ma nello stesso tempo piange perché troppo poche conquiste voi avete fatto al Suo Cuore.
Perdonate se vi dico così. Dovrei prima di tutto rimproverare me, ma lasciate che vi dica il mio pensiero!
Non ditemi che gli anagnesi sono duri, che voi non avete doti necessarie, che non avete tempo, ecc.
Non è vero: tutto vince l’Amore!
È l’amore che manca nel nostro cuore! E noi troppo spesso crediamo che amare Dio significhi fare ore di adorazione, frequentare ambienti religiosi, pregare a lungo, ecc.
Non è solo questa la religione, sorelle mie!
È cercare la pecorella smarrita, dopo aver messo a posto le altre! È farsi tutto a tutti! È amare praticamente, dolcemente, fortemente tutte le anime che ci stanno accanto come la propria e desiderare per esse ciò che si desidera per la nostra; è essere circondate da una miriade di cuori che attendono dal nostro quella parola che dà vita; è amare, amare rinnegando sé e le proprie vedute e le proprie abitudini.
Di queste anime il Signore ha urgente bisogno: di anime di Fuoco! senza “problemi spirituali” – eterni inciampi all’amore! – che tutto hanno bruciato e nel loro fuoco vogliono consumare gli altri. Di anime che sappiano amarsi con larghezza di vedute, che vadano oltre la propria cerchia e i propri interessi, interessate in pieno di tutti gli interessi altrui, prima del proprio.
Di anime che si amino tanto da sottoporre ogni cosa al Gesù tra esse perché Lo mantengano sempre più vivo con la sempre crescente comunione di tutti i beni spirituali e materiali.
La più piccola cosa tenuta per sé è un inciampo all’unità.
Tutto comunicare, tutto ciò che è volontà di Dio.
Gesù aspetta queste anime che siano luce e amore a tutti quelli che sono in casa. Candelabri ardenti e luminosi!
E quanto poche ne trova.
La stessa vocazione è un egoismo per lo più. Attendono con ansia di seguire la propria via per sgravarsi dai pesi della famiglia, dalle preoccupazioni.
E non sanno che dovrebbero star lì ad amare Dio, amando i propri! Povero Gesù!
È per questo che il mondo è freddo. La colpa è nostra!
Sorelle mie, mettiamoci!
Amiamo sinceramente. Allarghiamo la cerchia dell’unità al maggior numero di anime possibile.
Questo è amor di Dio.
A tutte e tutti auguri di Amore Infinito.
Chiara