Andromaca a Siracusa
Titolo poco frequentato, Andromaca ha inaugurato il ciclo di rappresentazioni classiche dell’Inda di Siracusa.
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Titolo poco frequentato, Andromaca ha inaugurato il ciclo di rappresentazioni classiche dell’Inda di Siracusa. Tragedia insolita questa della tarda età di Euripide, perché nel dramma d’amore della protagonista, costretta a divenire schiava e concubina di Neottolemo e minacciata di morte dalla legittima consorte per aver dato un figlio al re, il rapporto tra l’uomo e il destino si risolve in un lieto fine.
Approfittando della partenza di Neottolemo, la moglie Ermione, sterile anche nell’animo, con la complicità del padre Menelao, attenta alla vita di Andromaca e del figlio. È questo l’incipit di una serie di scontri, animati da gelosie e antichi odi che si dipanano in tre grandi stazioni legate alle sorti di Andromaca, Ermione e Peleo, di una tragedia che in realtà si compie altrove. L’unica vittima, infatti, sarà l’assente Neottolemo, ucciso dalla folla a Delfi. Nella convincente prova di Laura Marinoni il regista Luca De Fusco evidenzia dell’eroina gli stilemi del dolore e della solitudine, dell’integrità morale e della dignità. Ma è soprattutto figura attualissima dell’esule di guerra e della reietta. E la scenografia di Maurizio Balò la colloca tra i relitti di due prue di nave in mezzo a un mare costituito da un pavimento specchiante. Coro tutto al femminile con la dea del mare Teti di Gaia Aprea. E tra gli interpreti maschili un autorevole Mariano Rigillo.
Al Teatro greco, a sere alterne con Filottete, fino al 23/6.