Ancora tratta di esseri umani in Europa

In concomitanza con la giornata internazionale dedicata al contrasto di questo fenomeno, il 30 luglio, i dati del gruppo di esperti su questa tematica in seno al Consiglio d'Europa evidenziano come il nostro continente ne sia tutt'altro che estraneo
tratta

Il Gruppo di esperti sulla lotta contro la tratta di esseri umani (GRETA) del Consiglio d’Europa ha pubblicato il suo rapporto annuale 2022; che fornisce una panoramica delle sue attività, tra cui incontri, visite di valutazione, rapporti sui paesi e tavole rotonde, nonché della sua cooperazione con gli organismi del Consiglio d’Europa, altre organizzazioni internazionali e la società civile, al fine di prevenire e combattere la tratta di esseri umani.

Nel rapporto Greta vi è anche un capitolo dedicato ai rischi di tratta legati alla guerra in Ucraina, considerato anche il flusso di rifugiati ucraini in Europa, con le misure pratiche che possono essere implementate per ridurli al minimo. Tra queste la registrazione dei rifugiati, la raccolta di tutte le informazioni rilevanti, anche e soprattutto delle persone per cui appurare una condizione di vulnerabilità, garantendo al contempo vie di transito sicure. Ancora, sarebbe necessario offrire immediata assistenza e integrazione nei Paesi ospitanti, dando innanzitutto uno status giuridico, poi informazioni, alloggio, assistenza medica, contributi economici, inserimento scolastico, corsi di lingua locale, laddove possibile lavoro, ecc.

Un altro importante sviluppo nel corso del 2022 è stato l’adozione da parte del Comitato dei Ministri Consiglio d’Europa di una nuova raccomandazione per gli Stati membri volta a prevenire e combattere la tratta di esseri umani per scopi di sfruttamento lavorativo. Il rapporto annuale del GRETA esamina la raccomandazione, che si basa sul lavoro di monitoraggio del GRETA stesso, ed è integrata con una relazione esplicativa che contiene un insieme completo di misure riguardanti la prevenzione, la protezione, l’azione penale e i partenariati.

Nello specifico, gli Stati membri sono invitati ad adottare leggi, politiche e strategie nazionali per combattere la tratta di esseri umani che affrontino la tratta a fini di sfruttamento del lavoro e adottino un approccio basato sui diritti umani e incentrato sulle vittime. A tal fine, adeguati finanziamenti dovrebbero sostenere specifici meccanismi per garantirne l’attuazione, il coordinamento e il monitoraggio. Lo scopo di queste politiche dovrebbe essere quello di prevenire la tratta di esseri umani a scopo di sfruttamento lavorativo, proteggere i diritti delle vittime e garantire loro l’accesso a rimedi (come il risarcimento), punire i responsabili dei reati e promuovere la cooperazione e il coordinamento tra i vari enti. Infine, gli Stati membri dovrebbero garantire che le imprese e le organizzazioni pubbliche agiscano con la dovuta diligenza la questione della tratta, anche mappando e affrontando i rischi della tratta di esseri umani nelle catene di approvvigionamento e negli appalti.

Una serie di misure dovrebbero essere implementate per rintracciare le vittime di tratta e i trafficanti, tra le quali aumentare le ispezioni nei settori più a rischio (come ospitalità, agricoltura, corrieri, consegne di cibo, pulizie, assistenza domestica, autolavaggi, centri massaggi), monitorare sistematicamente Internet (utilizzando intelligence e screening open source in particolare verso i siti web di annunci di lavoro e di servizi sessuali), aumentare la consapevolezza del pubblico e dei datori di lavoro sulla questione e disseminare materiale informativo. Un’attenzione particolare, poi, va rivolta ai gruppi vulnerabili, in particolare i bambini e i minori non accompagnati, garantendo loro assistenza giuridica, sanitaria, psicologica; analoga attenzione va rivolta alle donne e alle minoranze di genere, in particolare contrastando il fenomeno delle madri surrogate laddove ciò è vietato dalle rispettive leggi nazionali. Ovviamente, è indispensabile la cooperazione e il coordinamento tra gli enti pubblici e le forze di polizia con i datori di lavoro, le associazioni, le organizzazioni non governative.

Il rapporto GRETA indica una serie di miglioramenti compiuti dagli Stati per rispondere alla tratta di esseri umani. Tuttavia, persistono delle lacune e stanno emergendo nuove sfide, in particolare per quanto riguarda il crescente utilizzo di tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Alcuni problemi nell’attuazione delle raccomandazioni del GRETA sono dovuti alla mancanza di volontà politica, risorse e formazione.

Il GRETA indica in particolare il ridotto numero di condanne per tratta di esseri umani, legato a un eccessivo ricorso alle testimonianze delle vittime e al rapido ritorno delle stesse nei paesi d’origine. Inoltre, la mancanza di accesso effettivo al risarcimento per le vittime della tratta è un altro problema evidenziato nel rapporto. Il GRETA incoraggia gli Stati aderenti alla convenzione di portare avanti la lotta contro la tratta di esseri umani rafforzando le strategie nazionali, le risorse e i partenariati.

La Presidente del GRETA, Helga Gayer, ricorda che «l’anno 2022 è stato segnato dall’aggressione militare da parte della Russia contro l’Ucraina, che ha causato il più grande sfollamento di persone in Europa dalla Seconda guerra mondiale». Pertanto, «il GRETA ha risposto rilasciando una dichiarazione in cui mette in guardia rispetto al pericolo che le persone in fuga dal conflitto armato in Ucraina cadano vittime della tratta di esseri umani e dello sfruttamento, seguita dall’elaborazione di una nota di orientamento correlata».

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