Ancora giovane a 412 anni

A Grottaferrata ha riaperto la storica fiera che coniuga merci, cultura e tradizione. Sarà presente anche Città Nuova
Fiera Grottaferrata 2012

Giunta alla sua 412ª edizione, anche quest’anno è arrivata la tanto attesa settimana della Fiera nazionale di Grottaferrata. La cittadina, sita nella zona dei Castelli romani, ha visto nel corso degli anni la trasformazione della grandezza e dell’importanza di questo evento. Solo ieri all’ombra della storica Abbazia di San Nilo, oggi si compone e si snoda in numerosi padiglioni. Castellani e no la affollano oltremisura, anche nei giorni infrasettimanali.
 
Fa grande piacere incontrare numerosissime famiglie, anche con bimbi al seguito, lungo il percorso. Salami e formaggi regnano storicamente sovrani sulle bancarelle degli stand, ma non solo: finestre, porte, camere da letto, armadi, vestiario, piante e chi più ne ha più ne metta, con venditori provenienti da tutta Italia e anche dall’estero. In fiera trovi sempre di tutto e a prezzi vantaggiosi che, in tempi come questi, sono un valore aggiunto all’evento. Arricchita da un’estrema cura nell’allestimento, «ogni anno più bella» ama dire chi la vede da sempre.
 
Quest’anno, poi, si possono comprare anche libri, unici e particolari, oltre a discorrere con gli editori presenti, giustamente ospitati tra gli espositori dato che Grottaferrata si vanta dell’acquisito titolo di Città del libro. Infine, possibili incontri ravvicinati nel caffè letterario con autori e scrittori e nello stand dell’associazione tuscolana di astronomia preparatevi a uno spettacolo assolutamente da non perdere!
 
Un po’ di storia
 
Le due fiere, quella per la festa dell’Annunciazione di Maria (25 marzo) e quella per la sua Natività (8 settembre), erano un’occasione privilegiata per gli scambi di merci tra mercanti e popolani. Con il tempo divennero momenti d’incontro e divertimento non solo per Grottaferrata, ma per tutta la zona collinare che si affaccia su Roma. Animali vivi e carni salate erano, e sarebbero rimasti fino alla metà del XIX secolo, le merci più vendute, ma anche suppellettili domestiche e utensili agricoli erano largamente offerti.
 
Chi partecipava alla Fiera si adornava di una rosa finta con pennacchietto di vetro filato: le donne lo portavano tra i capelli, gli uomini sul cappello. Dame, cavalieri e personaggi di alto rango politico e religioso partecipavano alla Fiera come a un’occasione di ritrovo mondano. Il suo aspetto ludico è stato soggetto, in seguito, delle opere di numerosi pittori e incisori. Sino alla metà del XVIII secolo fu la Fiera di settembre ad avere una netta preminenza su quella di marzo. In seguito, dopo un periodo in cui si equivalsero, già dalla metà dell’Ottocento fu certamente la Fiera di marzo ad attrarre maggiormente mercanti, acquirenti e semplici visitatori. La definitiva consacrazione della sua importanza fu data dalla decisione, presa dall’E.N.P.I (Ente Nazionale Prevenzione Infortuni) nel 1966, di sceglierla come luogo per la promozione di macchine agricole. Un concorso nazionale dotato di ricchissimi premi, la riorganizzazione della Fiera per settori merceologici, la costituzione di un comitato organizzatore di alto profilo e la pubblicazione di un apposito Bollettino della Fiera le valsero la denominazione di Fiera nazionale, titolo del quale ancora oggi si fregia.
 
Lo scorso anno Città Nuova è stata presente con uno stand di sue pubblicazioni e in quest’edizione propone un dibattito pubblico sul tema “Quale Economia per l’Europa dei popoli?”. Interverranno Donato Falmi, direttore di Città Nuova editrice, Alessandra Smerilli, docente di economia politica, e Matteo Luigi Napolitano, docente di relazioni internazionali. Modererà Maddalena Maltese, caporedattrice di Cittànuova.it
 

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