Anche l’Italia ha i suoi gilet gialli
Dietro ispirazione di quanto sta accadendo in Francia, nasce il coordinamento dei gilet gialli italiani, con scopi che appaiono però subito diversi da quelli d’oltralpe, dove si protesta contro le politiche del governo di Emmanuel Macron e il caro carburanti che risulta insostenibile per gli abitanti della Francia rurale.
In Italia gli obiettivi che si delineano sono molteplici e la protesta non è diretta contro il governo ma contro l’Europa. Infatti, emerge immediatamente proprio la fiera opposizione all’Unione Europea (UE) e alla direttiva Bolkestein, emanata dalla Commissione europea nel 2006 e recepita in Italia dal governo Berlusconi nel 2010. L’obiettivo della direttiva Bolkestein, che prende il nome dall’allora commissario per la concorrenza e il mercato interno, è quello di favorire la libera circolazione dei servizi e l’abbattimento delle barriere tra i vari Stati membri dell’UE.
Le proteste contro la direttiva Bolkestein non sono nuove e riguardano in particolare l’obbligo di messa al bando delle concessioni in scadenza di spazi pubblici e beni demaniali, che in Italia sono normalmente rinnovate con un accordo diretto pubblico-privato, senza gare a cui abbiano accesso anche altri operatori. La Corte di Giustizia dell’UE ha però sanzionato la pratica del rinnovo automatico delle concessioni, che in Italia riguarda specialmente le spiagge e i commercianti da strada.
Il governo precedente ha prorogato le concessioni in scadenza entro luglio 2017 fino al 31 dicembre 2018, prevedendo che gli enti locali le mettano poi a bando. Contro questo punto si levano le proteste dei gilet gialli italiani che, se da un lato vogliono l’esclusione di tali categorie e un rinnovo diretto delle concessioni, poi chiedono la revoca unilaterale delle concessioni alla società Autostrade, questione che in realtà pare scomparsa dall’agenda dell’attuale governo.
Infatti, il coordinamento dei gilet gialli italiani chiede l’abbattimento dei pedaggi autostradali, minacciando di non pagarli più se non scendono di prezzo e se a gestirle rimane la società Autostrade, ma dimentica di chiedere al governo la riduzione delle accise sui carburanti, come promesso in campagna elettorale dalla Lega. Altro elemento caratterizzante le problematiche di categoria del movimento dei gilet gialli italiani è quello della riduzione delle tasse per le imprese.
Il movimento che sta nascendo ha manifestato la volontà di appoggiare il governo gialloverde, affinché i programmi compresi nel contratto di governo si realizzino, spingendosi fino a dichiarare il sostegno nei confronti di una possibile lotta con Bruxelles. Ma la storia è solo all’inizio.