Anche i fratelli Randisi a “Cefalù Città degli Artisti”

Al via la seconda edizione della manifestazione di arte contemporanea. In Corso Ruggero la singolare esposizione di Renata e Girolamo, con i loro pezzi di legno (trovati nel mare) a cui cercano di dare un’anima
I fratelli Renata e Girolamo Randisi

Lungo le vie del centro storico della splendida Cefalù(lungo l’itinerario di Piazza Garibaldi, Corso Ruggero, Via Amendola, Piazza Spinola, Piazza Duomo, Via Gioeni, via Mandralisca, via XXV Novembre, via Carlo Ortolano di Bordonaro, Piazza F. Crispi, Largo Eroi del Mare, via Vittorio Emanuele, via Bagni Cicerone)è partito, giorno 2 settembre, il 2° Simposio d’arte contemporanea(e laboratorio di pittura, scultura, fotografia, disegno, pirografia, tarsie, poesia, musica e canto) che durerà fino al 6 settembre 2015.

 

Per chi si trovasse nell’incantevole città, dalla cattedrale patrimonio dell’Unesco, è d’obbligo partecipare. L’invito è rivolto a tutti: critici d’arte, semplici amanti o neofiti. Tanti gli artisti presenti, dislocati tra le vie del centro storico, ognuno con la propria impronta, col proprio estro, molti li troverete coi pennelli in mano, altri seduti e semplicemente in attesa.

 

Occhi grandi, nostalgici, vivaci, e anche occhi vecchi: son gli occhi degli artisti che aspettano che qualche buon passante possa soffermarsi, e non solo acquistare la loro mercanzia, ma comprendere la fatica, il sudore, la sensibilità messa in ogni loro piccola o grande opera d’arte.

 

Come quella dei fratelli palermitani Renata e Girolamo Randisi, dislocati nel corso principale, Corso Ruggero. Singolarissime le loro creazioni, tratte da alcuni legni trovati sul mare, impossibile non restarne attratti. Renata, 64 anni, nella vita di professione fa l’insegnante, ci ha raccontato qualcosa: «Da sempre sono stata interessata a forme d’arte diversa, ad esclusione della pittura. Ed anche mio fratello, ormai in pensione, si è sempre dedicato alla creazione». Per entrambi, una grande passione: quella di cercare e trovare dei pezzi di legno sul mare a cui dare un’anima.

 

«Sono pezzi di legno − specifica Renata − che il mare, soprattutto in inverno, abbandona sulla spiaggia. A noi non resta che ascoltare il suggerimento che la stessa natura ci dà». I fratelli Randisi assemblano cioè i legni senza troppe manipolazioni, fino a creare una forma che li emozioni. Da credente, la sottoscritta è restata attratta dalle creazioni raffiguranti nello specifico il Cristo o gli angeli. Ho chiesto allora a Renata se fossero credenti, chissà perché intuivo la risposta incerta: «Non so dirti con precisione. Non so se esiste un Dio, e se esiste che nome abbia, ma penso che un pezzetto di quest’Essere abiti dentro ognuno di noi».

 

Si sofferma e aggiunge: «Crediamo nel bene, nel bello, nel buono, e questi pezzi si sono uniti da soli, le nostre mani sono state guidate a quella forma specifica che vedi, anche il Cristo». Osservando con particolare attenzione tutti le figure alate, conclude: «Evidentemente senza neanche pensarci siamo guidati da Qualcosa a creare figure che tendono ad elevarsi (angeli, libellule, farfalle). Sarà per il bisogno di staccarci anche noi dalle meschinità terrene ed anche per un grande bisogno di sana libertà».

 

Tali risposte, invece, non le prevedevo, e mi hanno donato il sorriso che cercavo. Ed è questo, credo, lo scambio che deve avvenire fra persone sensibili; uno scambio d’esperienze, più che il solo acquisto di un prodotto. Trovare insieme uno spiraglio, lo spiraglio, per guardare oltre. Oltre una statuina su una bancarella, oltre le vie illuminate, il mare e le coste della magnifica Cefalù, ancora più in largo e più in sù.

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