Amu: Una buona notizia da 30 anni
Sono 30 gli anni che l’AMU – Azione per un Mondo Unito, Ong di sviluppo del Movimento dei Focolari, compie nel 2016. Il convegno di inizio aprile di On City si è rivelato il momento giusto per festeggiare e condividere la gioia con quanti la sostengono, ma anche ricordare insieme chi non c’è più, progettare il futuro con gli occhi dei giovani che sanno sognare e vedono lontano. Così a Castel Gandolfo si è lavorato assieme al Movimento Giovani per un Mondo Unito e al Movimento Umanità Nuova sul tema portante della città.
Agire in sinergia, si sa, oggi è di moda. È parola d’ordine, elemento imprescindibile di ogni attività che si rispetti, figuriamoci per chi ha, per statuto, la pretesa di contribuire alla realizzazione del mondo unito. Ma, al convegno “Oncity”, non ci si è messi insieme per accondiscendere ad una moda-necessità-tendenza del momento. Anche se le persone non sono più le stesse, è stato piuttosto un guardarsi, riconoscersi, ritrovarsi: già trent’anni fa Umanità Nuova e AMU lavoravano fianco a fianco. E i giovani? Oggi come allora sono l’ispirazione e al tempo stesso il motivo di tutto il nostro agire.
Fra i contributi del convegno, si sono ripercorsi i primi tempi del Movimento dei Focolari, quando Chiara Lubich e le sue prime compagne volevano risolvere i problemi sociali della città di Trento. Andavano per le strade della città con un block notes, per annotare nomi e indirizzi dei poveri che incontravano. Forse perché lì c’è la radice di tutto l’impegno sociale che poi ha preso nel Movimento dei Focolari le forme più varie, nella sala c’è stata come un’onda d’urto, che ha riportato a galla quello stesso desiderio, integro e immutato fra i 900 partecipanti.
L’impegno dell’AMU per i poveri, dall’inizio della sua storia, ha molto a che fare con le città, in ogni parte del mondo dove non mancano anche fra le macerie “reti di luci”. Si va nelle periferie dell’esistenza ad ascoltare “la voce più sottile” per creare fraternità: legami di qualità che ci stringono gli uni agli altri con nodi sicuri che reciprocamente ci salvano. La città, intesa come metafora di ogni convivenza umana, è simbolo di un luogo che può abbondare di reti, ma dove anche la povertà può essere più copiosa, cruda, inesorabile. Mentre le reti che vogliamo costruire sono “reti di luci per abitare il pianeta”.
Siamo rimasti contenti e sorpresi, nel convegno di On City, di incontrare e ritrovare tante persone impegnate in progetti sociali di grande spessore e tanti tantissimi giovani: scanzonati e impegnati al tempo stesso, un bel dono e un contributo di speranza, molto più di qualche candelina su una torta di compleanno.
Per approfondire: http://www.amu-it.eu.
La bella foto che illustra questo articolo è tra le vincitrici del concorso lanciato da On City.