Amore: la legge ecologica dell’universo
Abbiamo già parlato di come nella natura si manifesti un ordine superiore (cfr articolo precedente). Ma cos’è, in parole semplici, un ordine superiore? Immaginiamo tanti mattoncini LEGO sparsi. Da soli, non ci dicono molto. Ma se leggendo le istruzioni, scopriamo che sono stati programmati per costruire un castello, capiamo che ogni pezzo ha uno scopo e deve armonizzarsi con gli altri. C’è una finalità e c’è il modo di perseguirla, avvalendosi di regole che guidano l’assemblaggio e di qualcuno che le attua.
In natura accade qualcosa di simile. Cose invisibili ad occhio nudo, come atomi e particelle subatomiche, seguono un “ordine superiore” che ne determina il comportamento, come se avessero istruzioni segrete. Istruzioni che partono però da parametri fondamentali che definiscono le proprietà dell’universo e condizionano le interazioni tra le sue componenti. Ne fanno parte le costanti universali: numeri immutabili nel tempo e nello spazio come velocità della luce, massa dell’elettrone, costante gravitazionale, costante di Planck, ecc.
La loro esistenza e i loro valori precisi sono cruciali per la coerenza e l’esistenza stessa dell’universo così come lo conosciamo. La velocità della luce nel vuoto, ad esempio, ha un valore finito di circa 300.000 km/s ed è una costante fondamentale che limita la velocità di tutte le interazioni fisiche. Se fosse infinita, causa ed effetto collasserebbero. Solo per avere un’idea, semplificando al massimo e senza addentrarci nella teoria della relatività di Einstein che ha introdotto il concetto di spazio-tempo, immaginiamo due bambini che giocano a palla. A una determinata velocità (molto più lenta della luce, ma è un esempio per capirci) ci sarà un ritardo tra il lancio (causa) e la presa (effetto).
La velocità con un valore finito crea una “barriera temporale”, garantendo che l’effetto segua la causa. Con velocità infinita, la palla arriverebbe istantaneamente, cancellando il tempo e anche lo spazio. La velocità della luce quindi, con il suo valore determinato e costante, è un fondamento dell’universo che influenza tutti i processi fisici, dalla fisica subatomica alla cosmologia. Con la cibernetica, scienza che studia i sistemi organizzati e le loro interazioni, possiamo acquisire una prospettiva aggiuntiva. Essa studia i rapporti tra le cose, dagli atomi agli esseri umani, evidenziando come l’interdipendenza porti a qualcosa di nuovo, un risultato superiore alla semplice somma delle parti.
Se immaginiamo l’universo come un enorme dipinto, le costanti universali sono come la tela, i colori e le dimensioni. Definiscono le regole base, le proprietà fondamentali di tutto ciò che c’è: quanto è veloce la luce, quanto pesa un elettrone, ecc. Queste regole sono fisse, sono il “quadro” entro cui tutto avviene. La cibernetica studia come le interazioni tra le parti (gli atomi, le stelle, gli esseri viventi) creano strutture complesse e sistemi in evoluzione, dando forma a questo enorme “dipinto” che è l’universo.
Il principio fondamentale della cibernetica è il feedback, o retroazione che, come spiega lo scienziato Piero Pasolini, che ha fatto sua la visione dell’universo che scaturisce dal pensiero di Chiara Lubich, «si trova alla base di ogni processo, e rivela – in ogni punto e in ogni attimo – l’essenziale modo di esistere degli esseri sempre “per qualcosa”; quasiché sia questo “per” la chiave reale che pone in sé l’esistenza di ogni essere. In una parola, si potrebbe dire che esso muove e regola quella corrente ascendente dell’essere che si chiama “evoluzione”, nella quale si attua nel tempo e nello spazio ogni concetto di finalità e quindi di progresso, di vita e di pensiero […]. Per questo la cibernetica non può avere solo un senso tecnico ristretto: essa è una “forma” di pensiero che si può ritrovare nella scienza, nell’arte, nella psicologia, nella sociologia, nella filosofia e – perché no? – nella teologia stessa».
In una citazione della Laudato Si’ viene riportato il pensiero di Tommaso d’Aquino: «Le creature tendono verso Dio, e a sua volta è proprio di ogni essere vivente tendere verso un’altra cosa, in modo tale che in seno all’universo possiamo incontrare innumerevoli relazioni costanti che si intrecciano segretamente» (LS 240). Anche Dante Alighieri alla fine del suo viaggio in Paradiso intuisce che l’ordine, l’armonia e la bellezza del cosmo sono la manifestazione tangibile dell’amore divino, “l’amor che move il Sole e l’altre stelle” indicandoci che l’amore è il meccanismo del mondo e di tutta la vita.
C’è una profonda connessione tra il macrocosmo e il microcosmo, tra leggi fisiche e dimensione spirituale. Quando Vale Ronchetti, una delle prime compagne di Chiara Lubich, ha conosciuto l’Ideale dell’Unità ricorda di essere stata toccata dalle parole di Chiara, che Graziella e sua sorella Angelella le riportavano.
Con una metafora Chiara condivideva il suo sogno: «Perché non vivere come le stelle in cielo? Ubbidendo alla legge che hanno in sé, nel vuoto ognuna resta accesa e il rapporto fra loro è tutto armonia perché ognuna si muove nella propria orbita. Perché non vivere anche noi ascoltando quella voce che l’Amore, Dio, ha acceso in ciascuno di noi, chiamandoci alla vita? Perché non partecipare a quest’amore, e vivere anche noi “come in cielo così in terra”, minuto per minuto?». Anche per me, all’inizio del mio cammino spirituale, questo invito è stato determinante nel prendere coscienza che potevo seguire una legge, una voce interiore, decidendo di restare nell’orbita dell’amore oppure no, perché a differenza del cosmo, ero libera di farlo.
Concludo questa carrellata di pensieri su come l’ordine superiore sembra non riguardare solo il cosmo ma permea ogni livello della realtà con le parole piene di speranza di una delle ultime canzoni del rapper Ghali: «Miracoli/Come Dio che risponde al coraggio rimuovendo gli ostacoli/È la legge dell’amore ed è l’amore che fa muovere gli atomi/Che la vita ti riserva dei regali che tu neanche ti immagini/Neanche ti immagini». E se tutto, nella nostra casa comune, è orientato a vivere “per”, è l’amore la legge ecologica dell’universo, che ci spinge a prenderci cura del pianeta e di chi lo abita.