Amore ed economia
Gestire una casa, una famiglia, è anche un fatto economico. Come prepararci fin d’ora, come fidanzati, a questo impegno futuro?. N. A. E. – Ancona Spesso la preparazione al matrimonio è vissuta solo come un conto alla rovescia, più o meno lungo, legato al disbrigo di pratiche burocratiche e alla ricerca delle condizioni minime per il matrimonio. Invece, per esperienza personale e di tante altre coppie, direi che il fidanzamento è una grande chance, non solo per la possibilità di dialogo, di conoscenza delle rispettive attitudini e attese, di approfondimento di interessi e valori personali, ma soprattutto come tempo del progetto comune. Si gettano le basi di quella comunione totale tra gli sposi che ha bisogno dell’intera vita per essere sperimentata in tutte le sue dimensioni e messa anche al servizio della comunità. Nella vita della futura famiglia l’aspetto dell’economia sarà un importante campo di prova della capacità di costruire insieme il bene comune familiare e sociale. Dunque è estremamente importante che due fidanzati comincino a parlarne apertamente, a confrontarsi sull’orizzonte che insieme vorranno aprire a sé stessi con l’uso dei beni di cui disporranno: economia come accumulo o economia come previdenza solidale? Non si tratta di programmare le spese o di quantificare le risorse secondo un piano di conti, né di valutare se avranno tanto o poco da destinare alla beneficenza. È piuttosto cominciare già da ora ad aprire gli occhi ed il cuore sulla situazione sociale della loro città, ma anche di una comunità più ampia, nazionale ed internazionale, perché è molto istruttivo misurare le proprie necessità su quelle altrui, soprattutto dei più poveri. Si tratterà magari di cominciare a valutare quali beni materiali e spirituali ciascuno ed insieme si possiedono: tempo, capacità di relazione, abilità professionali e talenti, per cominciare ad esercitarsi nella cultura del dare, vera contestazione alla pseudo-cultura dominante del possedere e vera soluzione all’emergenza epocale. Anche il papa l’ha recentemente richiamata, in occasione della giornata nazionale del ringraziamento. E perché non cominciare, in concreto, con un’adozione a distanza di un piccolo di uno dei cosiddetti Paesi poveri, con cui scambiare foto e letterine, e di cui poter dire fin d’ora: Ecco il nostro bambino? spaziofamiglia@cittanuova.it