Amministrative 2017: un “ritorno al futuro”

La recente tornata elettorale in Sicilia ha evidenziato numerosi "ritorni": dal quinto mandato di Orlando a Palermo, allo stesso traguardo raggiunto da Nino di Guardo a Misterbianco. Un successo di chi "parla col popolo"
Leoluca Orlando al voto a Palermo, 11 giugno 2017. ANSA/MIKE PALAZZOTTO

Il quadro della tornata elettorale in Sicilia si chiuderà con i ballottaggi di domenica 25 giugno ma, a quasi una settimana dal voto per le amministrative, alcuni dati emergono dalle urne: elementi basati sui meri numeri e su una vicenda giudiziaria che, ancora una volta, getta un’ombra sinistra sulla politica isolana. Tra un generalizzato astensionismo, sintomo di crescente sfiducia e stanchezza, spiccano la frenata del Movimento 5 Stelle, il netto successo di Orlando a Palermo e un quadro di “ritorni di fiamma” che hanno spinto i cittadini, in un momento di smarrimento e mancanza di certezze, ad affidarsi a chi negli scorsi decenni aveva già occupato la poltrona di sindaco.

Palermo: l’ennesimo trionfo di Orlando

La quinta sindacatura per Leoluca Orlando è divenuta realtà. Netto il successo del primo cittadino palermitano sullo sfidante Fabrizio Ferrandelli: Orlando si è attestato al 46,08% delle preferenze, staccando il rivale di ben 15 punti percentuali. Un’affermazione parzialmente offuscata dai dati riguardanti l’astensionismo: soltanto il 52 per cento dei palermitani è andato al voto, evidenziando come una fetta crescente di persone decida di rimanere ai margini della vita politica: «la vittoria piena si avrà quando tutti sentiranno, a prescindere dalle preferenze, di volersi esprimere», la sintesi espressa da una cittadina palermitana qualche giorno dopo le elezioni. Ecco la voce della gente, tra entusiasmo e disincanto. C’è chi ricorda al neoeletto sindaco la piaga dei posteggiatori abusivi non ancora risolta, o la diatriba sulla ZTL e gli eterni lavori nella zona del porto; c’è chi mette in risalto l’annoso problema di una città troppo sporca e il degrado dei quartieri periferici, legato soprattutto alla mancanza di sicurezza: da contraltare, in molti evidenziano il ritrovato ruolo di Palermo come capitale culturale del Mediterraneo e l’opera di recupero del centro storico pedonalizzato. La sfida più grande di Orlando, probabilmente, sarà quella di compattare una città profondamente divisa.

Lampedusa e l’effetto migranti

«Grazie per quello che hai fatto per questa terra ingrata»: questo uno dei tanti messaggi di solidarietà apparsi sulla bacheca Facebook di Giusi Nicolini subito dopo la sconfitta nella corsa alla riconferma come sindaco di Lampedusa. Il primo cittadino è Salvatore Martello, che aveva già ricoperto questa carica per ben due legislature fino al 2001: un “ritorno al futuro” per le Isole Pelagie che rappresenta una bocciatura per la politica di accoglienza della Nicolini, definita da Martello «di facciata, mediatica, utile solo alla sua immagine». Parole forti così come le scritte apparse su alcuni muri di Lampedusa in questi giorni: «grazie, avete estirpato il cancro lampedusano», rappresenta l’esatta antitesi del messaggio raccontato precedentemente.

Il successo di chi “parla col popolo”

Queste elezioni saranno poi ricordate per i ritorni in grande stile di molti candidati già sindaci in decenni passati. Dopo 15 anni Roberto Ammatuna vince a Pozzallo (Ragusa), mentre Nello Oliveri ritorna in sella ad Aci Catena (Catania), in seguito all’esperienza finita nel 1999. Nino Di Guardo eguaglia Leoluca Orlando, divenendo sindaco di Misterbianco (Catania) per la quinta volta. Sembra quasi una costante, quindi, quella di affidarsi a persone di provata esperienza, capaci come è stato scritto da molti cittadini sui social network di “stare tra la gente”, per provare a “risollevare le sorti” delle città al voto e “tenere dritto il timone”, in un momento in cui la crisi economica morde ancora e temi come terrorismo e immigrazione creano una diffusa inquietudine.

Il caso Trapani

Non sarebbe forse sfuggito alla legge della riconferma anche Girolamo Fazio, ex sindaco di Trapani tra 2001 e 2012 e in testa dopo il primo turno grazie al 33 per cento delle preferenze. Su Fazio, però, pende l’inchiesta giudiziaria riguardante i fondi per i trasporti marittimi: una brutta storia, che ha visto come ultimo atto il ricorso dei pubblici ministeri contro il provvedimento del Gip di revoca dei domiciliari per Fazio. L’indagato annuncia che se eletto al ballottaggio rinuncerà: molti trapanesi stanno con lui, definendo la sua scelta un “segnale di sensibilità verso i cittadini”. Una solidarietà che si propaga anche sui social network: quello dei magistrati viene definito come “un linciaggio forcaiolo” contro “una brava persona”, che ha dato “mostra di grande spirito di abnegazione”.

Crisi a 5 Stelle

Trentasette consiglieri eletti, un solo ballottaggio a Scordia (Catania): è stata magra la campagna delle amministrative 2017 per un Movimento 5 Stelle che si conferma comunque primo partito nell’Isola. Gli attivisti del Movimento, però, non perdono la speranza: “per le elezioni regionali possiamo farcela”, “la pazienza è la virtù dei forti” e “il tempo è galantuomo” sono solo alcune delle risposte alla dichiarazione post-voto pubblicata su Facebook dal consigliere regionale Giancarlo Cancelleri. Sullo sfondo, le accuse di molti attivisti a quella parte di Sicilia che, ancora, non vuole un reale cambiamento: una battaglia persa insomma, ma la consapevolezza di voler continuare a lottare per “rendere la nostra isola migliore”.

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons