Amico del dialogo
E’ stato definito “uomo del dialogo” e ieri, appresa la notizia della sua scomparsa, il mondo del dialogo non è rimasto in silenzio: con comunicati, ricordi, dichiarazioni e interviste, i cristiani delle varie Chiese e le comunità ebraiche e musulmane presenti in Italia hanno voluto dare al card. Carlo Maria Martini il loro ultimo saluto, rendere omaggio alla sua straordinaria vita, ma soprattutto esprimere ancora una volta e per sempre amicizia profonda e gratitudine.
I primi a raccogliersi in silenzio e preghiera sono stati i 180 deputati – pastori e laici – riuniti in questi giorni a Pinerolo per il Sinodo delle chiese metodiste e valdesi. “Sia la sua memoria di benedizione”, si conclude invece il messaggio di cordoglio della chiesa valdese di Milano, ricordando con immensa gratitudine la partecipazione della Chiesa ambrosiana al Consiglio delle Chiese Cristiane di Milano (CCCM).
E, per parte sua, il pastore Giuseppe Platone della chiesa valdese di Milano, ha dichiarato: “Il cardinal Martini ha rappresentato per tanti protestanti italiani una speranza dinamica e anche creativa di quel cammino ecumenico che sta attraversando crescenti difficoltà. La nostra speranza è che con la sua scomparsa non scompaia anche quella passione per il dialogo che gli era propria”.
Amico degli ebrei e soprattutto amante appassionato di Gerusalemme, la città santa dove avrebbe voluto trascorrere gli ultimi anni della sua vita, il Card. Martini ha ricevuto gli onori anche dalle comunità ebraiche italiane. “Uomo di cultura, fine esegeta biblico, grande protagonista del dialogo interreligioso, il cardinal Martini – ha detto Renzo Gattegna, presidente dell’Unione delle comunità ebraiche in Italia (Ucei) – ha scritto alcune pagine memorabili di incontro tra i popoli prodigandosi in particolare per avvicinare, nel solco dei molti valori comuni, ebrei e cristiani. Un impegno straordinario per intensità ed efficacia, di cui troviamo traccia in numerosi suoi studi e significativamente ribadito con la decisione di trasferirsi a Gerusalemme una volta concluso il lungo mandato milanese, che ha portato indiscutibili benefici a tutta la società italiana contribuendo ad aprire una nuova era di pace e di fratellanza di cui tutti oggi possono godere. Il cardinal Martini è stato un amico, una guida, un punto di riferimento. Che il suo ricordo sia di benedizione”.
La comunità ebraica di Milano ricorda in una nota che il cardinale “fu protagonista del dialogo interreligioso nella nostra città e uomo di pace in Medio Oriente”. E per questo si fa promotrice di una richiesta al Comune di Milano affinché dedichi i Giardini della Guastalla, di fronte alla Sinagoga Maggiore di Milano, “a quest’uomo nobile, carissimo a noi e alla Città tutta”. “Proponiamo, in memoria del Cardinale, questo luogo altamente simbolico racchiuso tra la Sinagoga( espressione del dialogo ebraico-cristiano), l’Università Statale (cattedra dei non credenti) e la Chiesa Valdese (espressione del dialogo interconfessionale)”.
E in serata arrivano anche le parole di dolore e vicinanza delle comunità musulmane presenti in Italia. “L’abbiamo sempre apprezzato e stimato – dice Hamza Piccardo, portavoce dell’Ucoii ai microfoni dei giornalisti – per le sue posizioni lucide e coraggiose che allo stesso tempo non hanno mai causato contrasti. Un esempio straordinario la sua vita, ma anche la sua morte. Colpiscono il suo amore per Gerusalemme e la sua volontà di testimoniare vicinanza a quei luoghi spirituali. E anche la sua morte, con il rifiuto dell’accanimento terapeutico, è in perfetta linea con la sua umanità. Lascia un grande vuoto che difficilmente potrà essere colmato”