Amiche
Raidue, giovedì 21.00. Finalmente. Adesso sarà più difficile dire Ho visto il Grande fratello perché non c’era niente altro in tv. Al giovedì per quattro settimane qualcosa di diverso c’è. Una miniserie che a prima vista potrebbe essere rubricata nel filone il bello delle donnecommesse e dintorni. Un cast di nomi conosciuti, storie al femminile che si intrecciano, affari di cuore e di tradimenti, uomini e ambienti da fotoromanzo. In realtà, a giudicare dalla prima puntata, c’è molto di più: il tentativo di far germogliare sul terreno della fiction da grandi ascolti i semi di alcuni valori dimenticati. Non è un obiettivo dichiarato, il tono non è buonista, nessuno fa prediche, le vicende narrate spesso sono crude. Ma le protagoniste parlano, si muovono, interagiscono come se sapessero che oltre il lavoro, il successo professionale, c’è altro. Innanzitutto l’amicizia che il regista Paolo Poeti ha definito il sentimento che richiede reciprocità, presentando il film alla stampa. Le cinque protagoniste della storia (Barbara De Rossi, Claudia Koll, Lorella Cuccarini, Maria Amelia Monti e Carmen Giardina), si dichiarano unite come le dita di una mano. Si conoscono da quando, ragazzine, facevano parte di una squadra di basket. Adulte, provano a vincere insieme le tante sfide della vita. Ogni qualvolta un ostacolo si presenta, ecco il sostegno delle compagne di sempre. Entra in campo una certa solidarietà. Ritrovarsi serve a guardare le cose da più punti di vista, incontrarsi e mettere in comune le difficoltà aiuta ad andare avanti. E c’è addirittura chi definisce il dolore non una maledizione, ma una leva per risollevare le proprie sorti. C’è la forte del gruppo (Barbara De Rossi) che vede andar via il suo uomo per un’altra, e, dopo essersi fatta un esame di coscienza, cerca di ricucire lo strappo ed evitare la separazione. La più sensibile e femminile (Claudia Koll) è discendente di una famiglia nobile, sogna di diventare madre, subisce uno stupro ma riflette se tenere comunque il frutto della violenza. La mamma del gruppo (Maria Amelia Monti) ha lasciato il lavoro per i figli, con il marito ci sono problemi, ma prova a guardare avanti. La zitellona (Lorella Cuccarini) flirta con ragazzi più giovani, ma sente anche lei il bisogno di trovare un compagno che valga una vita intera. Infine la maldestra e timida (Carmen Giardina) stressata dal lavoro di avvocato, ma sempre la prima quando c’è da soccorrere le amiche in difficoltà, pronta a mettere in discussione la sua gerarchia di valori. Storie verosimili, rese più vivaci dall’inserimento di qualche elemento brillante che rende meno noioso il racconto. Amiche risulta un compromesso abbastanza riuscito: le esigenze di cassetta sono salve, ma per una volta non a spese della qualità. RENZO E LUCIA Se il film si fosse chiamato, chessò Mario e Rosetta o Carletto e Agata, nessuno avrebbe avuto niente da dire. Ma se i due innamorati nel Seicento milanese sono Renzo e Lucia, allora non si può pretendere di fare tutto di testa propria. Liberamente ispirato a è la formula utilizzata da Francesca Archibugi per liberarsi dal giogo delle pagine immortali dei Promessi sposi. Ma la pur brava regista, ad Alessandro Manzoni che le porgeva il dito, ha preso tutto il braccio. Don Abbondio è ridotto a comparsa macchiettistica, la monaca di Monza straborda, Lucia si mostra provocatoriamente come mamma l’ha fatta, Renzo è figura un po’ scolorita mentre don Rodrigo (che probabilmente attira le simpatie e la solidarietà della Archibugi) è un aitante giovanotto un po’ dark, molto più interessante del suo antagonista in amore. Non mancano momenti di alta poesia, le scenografie riecheggiano passioni pittoriche, il popolo di Milano è rappresentato con profonda partecipazione e a tratti sembra venir quasi fuori dallo schermo con la sua rabbia, con la voglia di opporsi ad un destino crudele e alla tirannia dei ricchi. Se per un attimo ci si dimenticasse che i due innamorati sono proprio loro, Mondella e Tramaglino, il giudizio sulla love story imbastita dalla Archibugi sarebbe forse diverso. Ma come si fa?