Amianto killer

A venti anni dalla messa al bando risulta ancora inapplicata la legge. Un esempio alternativo di bonifica in Veneto.
Lastre di amianto

Dopo venti anni dall’entrata in vigore della legge 257/92 che lo mise al bando nel nostro Paese, l’amianto risulta purtroppo un materiale ancora molto diffuso in Italia. Il Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) ha calcolato che esistono da noi ancora 32 milioni di tonnellate di onduline di cemento-amianto. Secondo Legambiente, invece, sono in attesa di bonifica cento milioni di metri quadrati di strutture in cemento-amianto, a cui vanno aggiunti seicento mila metri cubi di amianto friabile. Ogni anno si registrano tra duemila e quattromila morti a causa dell'esposizione all’eternit.
La legge del 1992 prevedeva che entro 180 giorni dall'entrata in vigore della norma tutte le Regioni si dotassero di un piano di censimento, bonifica e smaltimento. Ma siamo in forte ritardo. La sentenza storica del tribunale di Torino ha chiarito le responsabilità, ma non ha potuto fermare questa strage che, si stima, colpirà quarantamila italiani nei prossimi venti anni.
In molti comuni si sono formati gruppi di cittadini che, attraverso le associazioni ambientaliste, hanno cominciato a far qualcosa, denunciando discariche abusive, edifici pubblici rivestiti di amianto, ecc. Si stima che in Italia risultino ancora 50 mila edifici pubblici e privati da bonificare.

Un’idea alternativa viene dalla provincia di Verona: pulire i tetti di amianto con la forza del sole. Si chiama “Green Valley Eternit” ed è un progetto che prevede l’installazione di impianti fotovoltaici sui tetti bonificati dall’amianto. Trenta capannoni dei territori della Valpantena e Lessina, nella provincia di Verona, vedranno quindi il cambiamento del proprio tetto. Un progetto di otto milioni di euro in due anni. I proprietari degli stabili avranno la bonifica e la sostituzione del tetto, mentre i soci della finanziaria FinVal (una Spa creata per finanziare e rilanciare l’economia locale), che sponsorizza il progetto, potranno utilizzare per venti anni l’energia pulita prodotta.
Siccome per bonificare cento metri quadrati di superficie di amianto ci vogliono circa duemila euro, si può beneficiare degli incentivi del conto energia, visto che l’eternit viene sostituito da pannelli fotovoltaici per la produzione di energia “verde”. Un bell’esempio da esportare nel resto del Belpaese.

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