America Latina: più donne, più crescita

Lo sostiene il “Banco de Desarrollo”: l’economia generale potrebbe crescere di un terzo con una maggiore presenza delle donne. Ancora bassa il loro contributo sia nel settore privato che pubblico

L’economia dell’America Latina potrebbe crescere di un terzo superando le attuali disuguaglianze che esistono nel mondo economico e imprenditoriale tra donne e uomini. Certamente, potremo (e dobbiamo) discutere su cosa si intende per crescita economica, dato che non è solo una questione quantitativa, non solo incrementa dagli stipendi ma anche dalla qualità del lavoro, dalla sostenibilità ambientale e sociale del sistema produttivo e dalla capacità di sviluppo personale. Ma intanto è un fatto che tale discriminazione nel lavoro e nella società è anche un freno allo sviluppo personale e comunitario. Stipendi più bassi, minori occasioni di realizzare progetti imprenditoriali significa anche un minore grado di autonomia e di potere decisionale.

Lo ha segnalato una importante entità economica latinoamericana, il “Banco de Desarrollo” (banca dello sviluppo), prima conosciuto come “Corporazione Andina di Fomento”, in occasione delle celebrazioni dell’8 marzo. Per Violeta Domínguez, dirigente dell’organismo, che ha rilasciato alcune dichiarazioni all’agenzia spagnola Efe, le donne non riescono a entrare definitivamente nel circolo produttivo del settore economico latinoamericano e ciò ne rallenta la crescita in generale «che potrebbe crescere del 34%». E sebbene si siano registrati miglioramenti negli ultimi 20 anni, tali disuguaglianze non favoriscono la crescita.

La funzionaria, che dirige la sezione “unità di genere” del Banco de Desarrollo, ha specificato che esistono progetti specifici dell’organismo per appoggiare “progetti imprenditoriali” coscienti che spesso una maggiore «autonomia finanziaria della donna le consente di ottenere i crediti» necessari per l’attività come imprenditore. «Le donne in America Latina non hanno un accesso al credito come gli uomini per tutta una serie di motivi, tra i quali figura il fatto di non essere titolati del loro patrimonio». E per questo si lavora per aiutare le donne ad accedere ai servizi bancari: «Offriamo loro politiche di finanziamento di ogni tipo», ha spiegato la Domínguez.

«Bisogna investire nella donna», sostiene ancora, tutelarne i diritti e proteggerla «da tutto quanto ha a che fare con la violenza». E consentire ad essa maggiore autonomia economica, spesso, permette di tutelarne i diritti.

Non sono infatti rari nella regione i casi in cui le donne debbono accettare situazioni che sono un vero e proprio stato di sottomissione perché, altrimenti, non avrebbero come sostenersi. È risaputo che a livello regionale le donne, pur svolgendo le stesse mansioni degli uomini, ricevono un trattamento salariale inferiore, con differenze nell’ordine del 15, 20 ed anche 30 per cento in meno.

Sono alcune delle ragioni di una presenza ancora “scarsa” delle donne nel settore privato, nella funzione pubblica e nella politica: rappresentano appena il 18 per cento dei posti di direzione nelle aziende private (ed in alcuni Paesi tale percentuale scende fino al 2 per cento), il 28 per cento dei parlamentari ed occupano il 29 per cento degli posti nel potere giudiziario. Anche se in Paesi come Chile, Argentina e Uruguay hanno raggiunto una rappresentazione importante (da ricordare che l’attuale presidente del Cile è una donna e fino a poco tempo fa lo è stata in Argentina ed in Brasile), in generale si tratta di una presenza molto minoritaria e con alti e bassi, perché quando le donne lasciano incarichi di tale responsabilitá, anche la loro presenza nei parlamenti diminuisce. Il che ripropone la questione dell’incidenza delle donne nei partiti politici ed anche la poca preoccupazione dei governi per stimolarla.

Ma i dati più preoccupanti provengono dai casi di violenza contro le donne. Domínguez segnala che l’America Latina registra i tassi più alti di violenza di genere: «Quasi un 30% delle donne tra i 15 e i 40 anni hanno sofferto atti di violenza», spessissimo all’interno della coppia. Ed è un problema trasversale, che attraversa tutte le classi sociali. Si tratta di un record preoccupante, in una regione dove la violenza sociale sta diventando un problema endemico, spesso addirittura uno dei motivi scatenanti dei fenomeni migratori (legali e illegali). Una delle maggiori sfide dei prossimi anni.

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