Ambrosoli uomo del Pd per il Pirellone

L'avvocato sarà il candidato alle prossime regionali. Ha superato gli altri sfidanti: Andrea Di Stefano e Alessandra Kustermann. Dopo gli ultimi scandali, la priorità dei politici dovrà essere il recupero della fiducia degli elettori
Umberto Ambrosoli

Chiuse le primarie del centrosinistra per le prossime elezioni regionali. Vincitore è Umberto Ambrosoli con il 58 per cento dei voti di preferenza. Grande la distanza con gli altri due sfidanti: Andrea Di Stefano, che ha ottenuto il 23 per cento, e la ginecologa della Mangiagalli Alessandra Kustermann, che ha raggiunto il 19 per cento. Hanno votato in 150 mila, mentre erano stati 450 mila i votanti per la sfida tra Renzi e Bersani. Ora il centrosinistra ha il suo candidato da contrapporre a quello che sarà lo sfidante proposto dal centrodestra, che al momento non è dato sapere se farà le primarie, se avrà un candidato unico o se presenterà singoli nomi dei vari schieramenti.

«In queste settimane ho incontrato tantissimi amministratori locali – ha detto Ambrosoli – e ho visto il loro senso di responsabilità. La Lombardia è questo. Il Pirellone tornerà ad essere questo». L'avvocato ha detto poi di voler portare autentica discontinuità nel modo di intendere il bene comune. Che «sfrutterà le tante sollecitazioni che tutti e tre i candidati abbiamo raccolto. Siamo forti non per le falsità che portano avanti gli altri, ma perché siamo liberi. Sappiamo quanto la menzogna sia utilizzata dai nostri avversari, ma noi non ne abbiamo paura». Soddisfatto anche il sindaco Pisapia che ha dichiarato alla trasmissione di La7: «Darò il mio contributo alla campagna elettorale nazionale e per le regionali perché è fondamentale per la città di Milano, se non si cambia totalmente non si possono creare quelle condizioni di sviluppo per il Paese».

Di discontinuità nel modo di intendere il bene comune è quanto si aspettano i milanesi di ogni campo. «Questi assessori e consiglieri della Regione ci hanno nauseato», si sente dire in giro. Si vorrebbe finire di udire ogni giorno che un consigliere o un assessore è indagato, per corruzione, per voto di scambio, per interesse privato. Deplorevole, per questo sentire comune della città, è l’ultimo scandalo che ha riguardato la regione, con uomini e donne che hanno una busta paga da nove mila euro mensili e  chiedono il rimborso di spese assurde, a carico della collettività, a nome della rappresentanza della regione o del proprio ufficio. Quando a Milano, proprio nella “loro” Milano, secondo i dati più recenti 225 mila cittadini (milanesi e non extracomunitari) vivono in condizioni di povertà relativa, perché disoccupati da breve tempo, il 40 per cento, e senza lavoro da tanto, il 24.

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