Ambiente: storico impegno di (alcuni) partiti
Il 7 febbraio scorso avevamo pubblicato la notizia che un gruppo di 19 scienziati italiani, esperti di cambiamenti climatici e problemi ambientali, aveva deciso di mettere a confronto i programmi dei partiti su questi argomenti.
“La Scienza al voto”, questo il titolo dell’iniziativa, nasceva perché i problemi ambientali ormai «guidano tutte le nostre attività, rappresentando i “vincoli” veri allo sviluppo». L’urgenza di affrontarli, di «giungere ad uno sviluppo sostenibile comune, senza ricorrere sempre a misure tampone emergenziali», ha spinto gli scienziati a scrivere direttamente alle forze politiche, nell’imminenza del voto.
Due gli obiettivi concreti: prima di tutto valutare e mettere a confronto i programmi, in modo da permettere ai cittadini di confrontarli. Secondo: incontrare i rappresentanti dei partiti per valutare la possibilità di giungere ad un accordo pre-elettorale che impegni chiunque vinca ad intervenire secondo precise linee operative.
Il risultato è stato superiore alle aspettative: come ha annunciato sul suo blog Antonello Pasini, uno dei promotori dell’iniziativa: «l’analisi dei vari programmi elettorali mostra come ci sia più ambiente nei programmi dei partiti di quanto non si evinca dal dibattito in corso nella campagna elettorale».
Ma soprattutto, ben 7 partiti si sono impegnati firmando un documento comune che contiene impegni precisi in materia ambientale da onorare sia al Governo che all’opposizione. I firmatari sono: +Europa, Fratelli d’Italia, Insieme, Lega, Liberi e Uguali, Partito Democratico, potere al popolo!. Purtroppo mancano all’appello altri importanti partiti.
Qui di seguito, il testo dell’accordo:
«I cambiamenti climatici sono un fattore di rischio particolarmente evidente nel nostro Paese, strutturalmente fragile e già oggi colpito da un’alterazione del clima maggiore che in altre aree del mondo, che si ripercuote su importanti settori socioeconomici come le risorse idriche, l’agricoltura, la salute, la produzione energetica. Questi cambiamenti contribuiscono anche ai flussi migratori verso il nostro Paese. È nell’interesse nazionale, quindi, sia impedire che le conseguenze dei cambiamenti climatici si aggravino, agendo anche a livello internazionale, sia adattare la nostra società agli impatti di questi cambiamenti già avvenuti o ormai inevitabili.
I cambiamenti climatici, e la conseguente transizione verso un’economia decarbonizzata, in grado di fare a meno di carbone, petrolio e gas, e a basso consumo di risorse e circolare, costituiscono però anche la più grande opportunità competitiva della nostra epoca, grazie alla quale il nostro Paese potrà conoscere finalmente uno sviluppo duraturo e sostenibile.
In una situazione in cui il fattore tempo è decisivo, la prossima legislatura rappresenta una grande opportunità che non possiamo perdere. Sarà quindi necessario che, a prescindere dalle maggioranze che verranno espresse dalle elezioni, tutte le forze politiche si impegnino ad un’azione comune, sapendo di poter contare sul supporto scientifico e la vigile attenzione della comunità scientifica italiana, di cui La Scienza al Voto fa parte.
In tale quadro, noi ci impegniamo a:
- accelerare la transizione verso un’economia decarbonizzata, a basso consumo di risorse e circolare, in tutti i settori, anche mediante opportune misure fiscali che disincentivino i prodotti più inquinanti;
- applicare pienamente l’Accordo di Parigi, elaborando una Strategia Energetica Nazionale coerente con la riduzione delle emissioni di gas serra su cui l’Italia si è impegnata;
- incrementare le attività di cooperazione allo sviluppo, ad esempio orientandole al recupero ad agricoltura di terreni desertificati o degradati anche per cause climatiche, al fine di riattivare servizi ecosistemici e risorse per le popolazioni a rischio migrazione;
- porre in essere un grande piano di informazione e formazione della popolazione sul tema dei cambiamenti climatici, dei loro impatti e delle azioni da intraprendere per affrontarli mediante la mitigazione e l’adattamento».