Ambientalisti imbrattano la facciata di palazzo Madama

Il palazzo del Senato è stato oggetto di un'azione dimostrativa di alcuni attivisti che protestano contro il governo per il disinteresse politico verso l’ambiente
ambientalisti
La facciata di palazzo Madama imbrattata con la vernice dagli attivisti di "Ultima Generazione"(Foto: LaPresse)

Blitz degli ambientalisti ai danni di palazzo Madama. Un gruppo di attivisti, appartenenti a ‘Ultima Generazione’ ha imbrattato la facciata del Senato a Roma con della vernice arancione che ha ricoperto alcune finestre del piano terra e il portone principale del palazzo.

È successo la mattina del 2 gennaio 2023. Sul posto sono subito intervenuti i carabinieri della vigilanza – che presidiano la zona 24 ore su 24 – che hanno bloccato gli autori del blitz. Tre gli arresti e due attivisti sono stati denunciati a piede libero dalla digos di Roma.

‘Ultima Generazione’ dal 2021 porta avanti una campagna italiana di disobbedienza civile nonviolenta contro i governi italiani che investono in combustibili fossili.

«Alla base del gesto, la disperazione che deriva dal susseguirsi di statistiche e dati sempre più allarmanti sul collasso eco-climatico, ormai già iniziato, e il disinteresse del mondo politico di fronte a quello che si prospetta come il più grande genocidio della storia dell’umanità», spiegano in una nota gli attivisti di ‘Ultima Generazione’, rivendicando il blitz messo in atto al palazzo del Senato.

«L’Italia è distrutta dalla crisi climatica ed ecologica – continuano –. Siamo tra i Paesi più colpiti in Europa e i prossimi anni saranno sempre peggio. Se non cambiamo rotta subito, presto non ci saranno più né cibo né lavoro, rischieremo di perdere le nostre case e sarà la gente comune a pagarne le conseguenze».

Unanime la condanna del mondo politico e dei rappresentanti delle istituzioni. Ignazio La Russa, presidente del Senato e seconda carica dello Stato, ha convocato il Consiglio di Presidenza del Senato, annunciando misure più stringenti a tutela della sicurezza del palazzo.

Gennaro Sangiuliano, ministro della Cultura del governo Meloni ribadisce la necessità di un inasprimento delle sanzioni «contro chi danneggia il nostro patrimonio architettonico, artistico e culturale».

Il gruppo politico di maggioranza Fratelli d’Italia è già al lavoro per presentare una proposta di legge che prevede «pene più dure per una risposta che sia commisurata al danno arrecato», afferma Alessandro Amorese, capogruppo di FdI in commissione Cultura della Camera dei Deputati.

Il Viminale fa sapere di aver «disposto un rafforzamento del dispositivo di sicurezza nell’area del Parlamento anche con agenti in borghese».

 

I precedenti

In tutta Europa da oltre un anno vari attivisti protestano contro i governi che fanno poco o nulla per i cambiamenti climatici.

Il 4 novembre 2022 sempre a Roma alla mostra di Vincent Van Gogh alcuni giovani hanno imbrattato con una passata di piselli “Il Seminatore”, un’opera esposta a Palazzo Bonaparte.

Qualche settimana prima il gruppo Just Stop Oil aveva lanciato un barattolo di zuppa contro “I Girasoli” di Van Gogh esposti alla National Gallery di Londra. Nelle settimane successive lo stesso destino è toccato a “Il Pagliaio”, un’opera di Claude Monet esposta a Potsdam, in Germania.

E ancora stesso destino per “La ragazza con l’orecchino di perla”, la famosa opera di Jan Vermeer custodita nel museo Mauritshuis dell’Aia, nei Paesi Bassi.

E ancora il 15 novembre scorso alcuni giovani ambientalisti spruzzarono del liquido nero su un capolavoro del pittore austriaco Gustav Klimt “Morte e Vita” – dipinto oltre 100 anni fa – esposto al Leopold Museum di Vienna. Uno di loro si incollò le mani sul dipinto.

Tre giorni dopo a Milano alcuni attivisti gettarono 8 kg di farina sulla Bmw M1 dipinta da Andy Warhol nel 1979 ed esposta alla Fabbrica del Vapore. Altri invece fecero esplodere dei palloncini di vernice e due di loro si incollarono ai finestrini dell’opera d’arte.

Per non parlare poi dei continui blocchi stradali sul Grande Raccordo Anulare di Roma: ormai quasi ogni settimana alcuni di loro bloccano il traffico stendendosi a terra, causando code chilometriche.

I militanti ambientalisti chiedono all’unisono di «non riattivare le centrali a carbone e rispettare il 2025 come termine per dismetterle» e – in Italia – di «attivare immediatamente 20 Gw di energia rinnovabile» fra eolico e solare, dando così un’inversione di rotta all’agenda politica sul clima.

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