Amazzonizza-te stesso!

Un nuovo slogan: «Amazzonizza-te stesso!», per lanciare una campagna di sensibilizzazione per l'Amazzonia che la pandemia da Covid ha reso ancora più fragile. Sono terre e uomini da salvare.

«Amazzonizza-te stesso!» è il neologismo utilizzato dai vescovi della Conferenza episcopale del Brasile (Cnbb) per promuovere una campagna di sensibilizzazione sulla difficile realtà dell’Amazzonia. In continuità con il cammino intrapreso dal Sinodo per l’Amazzonia, l’iniziativa pone l’attenzione sui problemi dei popoli amazzonici e invita tutti a partecipare attivamente alla salvaguardia dell’Amazzonia, del suo bioma e dei suoi abitanti che corrono il rischio di una «distruzione dell’identità culturale». Viene ripreso il termine «amazzonizzarsi» utilizzato nel 1986 da monsignor Moacyr Grechi, allora vescovo di Rio Branco, in una lettera pastorale nella quale invitava i fedeli ad abbracciare la causa dell’Amazzonia.

Oggi, la Conferenza episcopale del Brasile chiede che «tutti ne facciano un’espressione personale per diventare, a loro volta, amazzonizzatori». Nel corso dell’emergenza coronavirus le numerose criticità di questa terra – la deforestazione, gli incendi, l’intensificazione delle attività estrattive – si sono accentuate. Bisogna mobilitarsi, dunque, a favore di «una realtà di tante vite offese, espulse dalle loro terre, torturate e uccise in conflitti agrari e socio-ambientali, vittime di una politica guidata dagli affari e da grandi progetti di sviluppo economico che non rispettano i limiti della natura e della sua salvaguardia», dichiara la Cnbb in una nota.

La campagna si strutturerà a partire da tre grandi questioni: la «vulnerabilità delle popolazioni indigene e delle comunità tradizionali al contagio da coronavirus, con particolare attenzione alle carenze delle strutture sanitarie pubbliche nella regione; l’accelerazione della distruzione del bioma amazzonico a causa dell’aumento incontrollato della deforestazione, degli incendi, dell’invasione dei territori indigeni e delle comunità tradizionali da parte delle multinazionali e degli effetti delle dighe idroelettriche sulle popolazioni fluviali; la violazione sistematica della legislazione sulla protezione dell’ambiente e smantellamento delle agenzie governative» per espandere illegalmente le attività minerarie, la deforestazione e l’allevamento intensivo.

L’iniziativa, presentata in diretta streaming, è il culmine di diverse azioni realizzate da organizzazioni ecclesiali e sociali che lavorano in difesa dell’Amazzonia: il Consiglio missionario indigeno (Cimi), la Commissione pastorale terrestre (CPT), la Rete ecclesiale panamazzonica (Repam), Ninja Media e Human Rights Movement (MHuD).

L’ecologa Ima Vieira, ricercatrice del Museu Paraense Emílio Goeldi e consulente della rete ecclesiale pan-amazzonica (Repam-Brasil), nel corso della diretta, ha illustrato la crisi socio-ambientale che sta attraversando la regione amazzonica, la quale subisce pratiche predatorie fondate sull’idea che le risorse siano inesauribili e che la foresta non abbia alcun valore.

Attualmente gli scienziati hanno affermato che si sta arrivando a una situazione di “non ritorno”, con la deforestazione che arriva a quasi al 25%. Ne consegue un impoverimento della biodiversità che non potrà mai essere recuperato. Nel suo intervento, suor Maria Irene Lopes, segretaria esecutiva di Repam-Brasil, ha evidenziato come la violenza contro le popolazioni amazzoniche sia stata aggravata dalla pandemia: «Siamo di fronte a una situazione in cui la deforestazione, l’accaparramento della terra, gli incendi, si stanno intensificando, diventando agenti di proliferazione del coronavirus nelle comunità della regione amazzonica».

Al lancio della campagna è intervenuto anche l’arcivescovo di Belo Horizonte e presidente della Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile, Dom Walmor Oliveira de Azevedo, che ha affermato che l’Amazzonia è molto importante per il suo popolo, la sua storia, per la fede cristiana che vi è stata portata e ha invitato tutti a mettere un nuovo verbo in testa e nel cuore: «Amazonize». Una comunità, una società, sono edificate nella misura in cui viene considerata la partecipazione di ognuno. È un invito a vivere l’alterità: «Il senso di alterità mi permette, anche se non provengo dall’Amazzonia e non sono nell’Amazzonia, di Amazzonizzarmi», ha detto. «Amazzonizzare» è anche un invito al dialogo, a non trascurare la comunione, a imparare a rispettare popoli e culture diverse, a preservare l’ambiente.

È stato presentato, poi, il sito web della campagna, nel quale è possibile trovare materiale di supporto, video con testimonianze delle popolazioni indigene, un elenco di azioni concrete da intraprendere e una raccolta di studi sulla realtà dell’Amazzonia. Una delle pubblicazioni presenti è la «Nota dei vescovi dell’Amazzonia brasiliana sulla situazione dei popoli e della foresta durante la pandemia di Covid-19», firmata dai 67 vescovi cattolici che lavorano nella regione. Nel documento i vescovi dell’Amazzonia brasiliana chiedono misure urgenti al governo federale, al congresso nazionale, ai governi statali e alle assemblee legislative per aiutare la popolazione e salvare il bioma.

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