Amati suoceri
“Abito a pochi metri da mia suocera. Anche se con apparente delicatezza, lei vuole condividere sempre i progetti dei suoi figli ormai sposati e ha sempre qualcosa da suggerire con una certa fermezza. “A volte questo suo modo di fare mi opprime ed ho l’impressione che condizioni la nostra autonomia e la nostra realizzazione di coppia. Avete qualche consiglio da darmi?”. Luciana – Cosenza Il rapporto suocera-nuora non è sempre facile; da sempre è stato il simbolo del rapporto conflittuale per antonomasia. È una delle guerre fredde più comuni, che si svolge tra le pareti domestiche e tante volte può essere alla base anche di vere crisi coniugali. Quali le cause? A volte l’eccessivo attaccamento ai figli da parte della suocera può essere legato alla mancanza di altri interessi o ad un rapporto non molto gratificante col marito” Altre volte responsabile può essere anche la nuora, soprattutto quando, non essendoci un buon rapporto di coppia, vive con la paura di perdere la persona amata; oppure quando, a causa della sua insicurezza, si sente continuamente giudicata dalla suocera”Le cause possono essere tante e qui ne possiamo enumerare solo alcune. Cosa fare, allora? Il miglior antidoto ci sembra sia quello di crescere sempre di più nel rapporto col proprio coniuge, puntando a quelle piccole attenzioni che potrebbero farlo contento, condividendo con lui emozioni, esperienze e anche le difficoltà nella relazione con la sua mamma. Questo ovviamente va fatto con molta delicatezza e al momento opportuno, senza pretese di una comprensione immediata e nel rispetto del suo naturale affetto verso la sua famiglia d’origine. Man mano che il vostro rapporto si consoliderà, niente potrà scalfire la vostra unità familiare. Abbiamo, inoltre, sperimentato di persona, ma anche ascoltando le esperienze di tante coppie, come nel rapporto con le rispettive famiglie di origine sia molto utile cercare di calarsi nei panni dell’altro per scoprire le cause di alcuni atteggiamenti, che possono sembrare inizialmente solo negativi. Spesso si scoprono problematiche irrisolte vissute nell’infanzia, oppure problemi di salute, difficoltà economiche, solitudine. Questo modo nuovo di porsi di fronte a loro può spingere ad una maggiore tolleranza e in tanti momenti ci si scopre madri o padri anche dei suoceri o dei genitori; può anche far comprendere che un anziano a volte è più fragile, ha meno energia e duttilità e che lo sforzo più grande spetta a noi per appianare gli ostacoli. Così pian piano, anche attraverso qualche inevitabile fallimento, il rapporto con loro può perdere l’iniziale tensione e si può sviluppare anche nei riguardi dei suoceri un’inaspettata dimensione affettiva. UNA NUORA RACCONTA “La mamma di mio marito trascorre con noi sei mesi all’anno. Questo comporta anche dei sacrifici per la nostra famiglia. Per esempio la nostra figlia più grande le cede la sua stanzetta, le più piccole cercano di rinunciare a qualche trasmissione televisiva perché lei possa vedere il telegiornale, ecc. Il rapporto con lei, tuttavia, non è molto sem- plice: pensa sempre in modo diverso da noi, non condivide certe nostre scelte educative nei riguardi delle nostre figlie, critica facilmente ciò che facciamo, ecc. Ogni giorno bisogna ricominciare, cercando di guardarla con occhi nuovi, senza giudicarla. “Una volta è stato un po’ più difficile ed ho avuto l’impressione che la sua presenza potesse mettere in crisi il nostro rapporto di coppia, la nostra intimità, per cui avvertivo la necessità di parlarne con mio marito, di chiarire qualcosa nel comportamento della madre, ed aspettavo l’occasione. Ma la situazione non cambiava e l’occasione sembrava non arrivasse mai. Tra noi aumentava il disagio e ciò finiva col togliermi la pace. “Ad un certo punto ho capito: mi veniva richiesta una misura più grande di amore; dovevo amare mia suocera per come era e non per come avrei voluto che fosse. Così ho cominciato a mettermi di fronte a lei in un atteggiamento diverso. Ciò mi ha fatto ritrovare anche un nuovo rapporto con mio marito, che ci ha permesso di parlarne tra noi con serenità. “Questo atteggiamento vedo che non lascia le cose così, ma fa crescere anche il rapporto con mia suocera e non c’è volta che lei, andando via, non pianga. . .”. R.P. – Roma IL GIORNO E LA NOTTE «Un guru domandò ai suoi discepoli come facessero a capire quando era finita la notte e iniziava il giorno. «Uno rispose: Quando vedo da lontano un animale e riesco a distinguere se è una mucca o un cavallo. «No, replicò il guru. «Quando guardi un albero da lontano e riesci a capire se è o non è un mango. «Sbagliato anche questo, dichiarò il guru. «E allora come si fa? «Quando guardi negli occhi qualsiasi uomo e vi riconosci un fratello. «Se non sai far questo, è ancora notte, anche se il sole è alto nel cielo». A. de Mello (da La preghiera della rana, Paoline)