Amare la Terra Madre

Tamburi, fuoco e acqua. Il summit si apre con la storia e la preghiera di Dave Courchene, un Anishnaabeg, discendente del popolo indiano che abitava la regione di Winnipeg, nota come Manitoba – Terra del grande Spirito    
G20 Canada
Anishnaabeg significa il "primo" o  "la gente originaria del luogo", una definizione che si coniuga con l’immagine dell’essere umano buono e virtuoso, perché sulla giusta strada, quella data da Gitchi-manitou, il Grande Spirito. Dave Courchene, conosciuto anche come Neeghani Aki Innini (uomo che conduce alla Terra), è un Anishnaabeg, discendente del popolo che originariamente abitava Manitoba, la regione di Winnipeg dove oggi si è aperto il G8 dei Leaders Religiosi, che raccoglie una centinaio di rappresentanti delle grandi religioni del mondo ed altrettanti osservatori locali.

 

 

Courchene è stato il protagonista della giornata di apertura, che ha voluto non solo celebrare un evento interreligioso a livello mondiale, ma anche ricordare l’identità pressoché cancellata della gente di questa terra, gli Anishnaabeg.

Il convegno si è aperto con la cerimonia dell’accensione del fuoco, nel cortile antistante il palazzo principale dell’Università di Winnipeg. Costruita la tenda, tre rappresentanti Anishnaabeg hanno acceso il fuoco, mentre la pioggia pareva scoraggiare la cerimonia. Invece, ha commentato poco dopo il leader indiano, “il segno della benedizione del Grande Spirito su questa iniziativa”. La cerimonia del fuoco è importante perché è proprio il fuoco che permette l’accesso alla porta del Grande Spirito. Il fuoco resterà acceso per tutta la durata dei lavori, onde assicurare il contatto dei partecipanti con lo Spirito.

 

Nel salone dell’Università, al di là dei discorsi di rito è stato di nuovo lui a attirare l’attenzione dei presenti e dei media. “Benvenuti a Manitoba, la terra dove risiede il Creatore” ha detto a tutti i presenti. Parole che non suonavano né formali né di circostanza. Sembrava di ascoltare l’eco arcano che veniva da quella Madre Terra che da sempre questo popolo ha rispettato e pregato in segno di gratitudine per quanto dà.

 

Courchene è da tempo impegnato in una campagna a favore del rispetto della terra da considerare madre di ogni essere vivente. Proprio oggi, in mattinata, aveva invitato migliaia di persone a raccogliere l’acqua in contenitori di qualsiasi tipo, anche piccoli. “Portateli al cuore e parlate al Grande Spirito che ci ha dato l’acqua. Ringraziatelo. Promettete di rispettarla.”

Davanti a leaders di diverse religioni, Anishnaabeg ha ripetuto l’appello ricordando che ogni religione ha una sua spiritualità e, in definitiva, questa non è altro che la legge dell’amore. “Dobbiamo riconoscere di aver fallito a viverla  – ha detto il leader indiano – perché non rispettiamo la vita. La Terra Madre ci mostra cosa significa amare tutto ciò che vive all’interno della natura”. Infatti, per la gente di questa terra tutto ciò che vive è una presenza del Grande Spirito, dunque, è sacro.”

 

La lezione di Courchene è semplice, ma potente e tocca il cuore dei presenti, soprattutto quando parla del suo popolo. “Come abitanti di questa terra abbiamo sofferto ben al di là di quello che si può immaginare.” I dolori non sono finiti, perché le comunità indiane originarie di questi luoghi sono ancora marginalizzate. Hanno aspettato a lungo l’occasione per poter dimostrare quanto la loro sia una gente meravigliosa. Per questo, per Courchene ed i compagni, che sono con lui e che suonano i tamburi che portano la voce dell’uomo alla terra e a Dio, oggi è una giornata importante. Hanno accolto cristiani, musulmani, indù, baha’i e buddhisti nella terra di Manitoba, il Grande Spirito.

 

Un inizio davvero significativo che ha riproposto, nella tradizione ancestrale della gente di questa terra, i temi centrali che vogliono essere affrontati nei lavori di questi giorni: la povertà, l’ambiente e la sicurezza.

 
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