Almeno 20 morti per un attentato
Circa 20 persone, tra cui non pochi civili, sono state uccise in un attacco perpetrato da sospetti jihadisti sabato 26 maggio nel Nord-Est del Mali, vicino al confine con il Niger. Secondo un consigliere del cheaf locale, che ha richiesto l’anonimato, gli aggressori avrebbero approfittato della fiera settimanale Talataye per colpire una posizione del Movimento per la salvezza di Azawad (Msa, nata dall’ex ribellione dominante Touareg), nelle vicinanze.
Sono arrivati in tre veicoli e su una moto, i terroristi. Secondo un insegnante di Talataye, Khalil Touré, «hanno aperto il fuoco su un gruppo di persone che riposavano sotto un albero, uccidendo cinque persone sul posto e facendo due feriti». In primo luogo gli aggressori hanno attaccato un villaggio, poi hanno avuto scontri con elementi dell’Msa, firmatario dell’accordo di pace e riconciliazione e alleato della forza Onu Barkhane nella lotta contro il terrorismo.
In una dichiarazione, la Msa ha denunciato la morte di sette civili, «persone che digiunavano sotto gli alberi» durante il periodo del Ramadan. Il movimento deplora quattro morti e due feriti, sostenendo che «otto assalitori sono stati disarmati». Il 18 maggio, almeno 17 civili del Niger erano stati uccisi nell’attacco a un campo nomade di Peul da uomini pesantemente armati in motocicletta, provenienti dall’interno del Paese. È stata certamente una rappresaglia per un attacco che ha lasciato molti morti tra i Tuareg maliani, secondo una fonte della sicurezza in Niger.
La violenza intercomunitaria «non è rara» in questo momento nella regione, «a causa dei capricci del clima che rendono difficile l’accesso all’acqua e al pascolo», ha detto il 4 maggio il Comitato internazionale della Croce Rossa. Circa un centinaio di persone, tra cui un gran numero di civili, appartenenti in particolare alle comunità dei fulani e dei tuareg, sono morte negli ultimi mesi in questa regione a seguito di attacchi di gruppi armati rivali.
Il Mali settentrionale era caduto nel marzo 2012 sotto il dominio di gruppi jihadisti legati ad al-Qaeda, in gran parte poi cacciati o dispersi da un intervento militare lanciato nel gennaio 2013 su iniziativa della Francia, iniziativa che continua. Ma fino ad ora, intere aree sono al di fuori del controllo delle forze del Mali, della Francia e delle Nazioni Unite, regolarmente bersagliate da attacchi mortali, nonostante la firma nel maggio 2015 di un accordo di pace, presumibilmente per isolare definitivamente i jihadisti. Dal 2015 questi attacchi si sono diffusi al Mali centrale e meridionale e il fenomeno si sta diffondendo nei Paesi confinanti, in particolare il Burkina Faso e il Niger.