Alluvione in Emilia, come ci si rialza
Dopo il Covid e la guerra in Ucraina è la volta di due alluvioni in 15 giorni a maggio e un tornado a luglio, dopo una gelata devastante ad aprile tutto questo è il resoconto di un anno tremendo. Il 2 maggio il torrente Sillaro rompe gli argini e allaga l’abitato di Spazzate Sassatelli e parte del paese di Conselice.
Il 17 maggio oltre i torrenti Lamone e Senio rompe gli argini il Santerno, e ne consegue la rottura e tracimazione del canale di bonifica Destra Reno verso Conselice e il Sillaro. Gli ettari sommersi diventano 3.000 e si forma un lago di circa 8 km di diametro. Le acque profonde dai 40 ai 180 cm sono rimaste per 12 giorni e hanno creato un ambiente maleodorante e dannoso per la salute. Ogni arredo viene devastato come porte, finestre e pavimenti e tutto diventa un ammasso di rottami da mettere in strada.
Le aziende devono fare i conti con le proprie merci, materiale, elettronica, informatica, idraulica, in gran parte da buttare; inizia un lungo periodo di ripristino, fermando le attività produttive con danni immensi. Chi più, chi meno ha vissuto stati d’animo di paura, sconforto e rabbia; poi la voglia di ripartire ha dato uno scossone positivo per reagire al disastro. Per tanti la speranza è nata dal pronto intervento della protezione civile, dei vigili del fuoco, forze dell’ordine e del volontariato.
L’immediata attivazione di centri di ospitalità, di comuni di Conselice e Atgenta, con punti di ristoro servendo pasti caldi sono stati un provvidenziale primo intervento. Gli agricoltori, assieme ai vigili del fuoco sugli argini, hanno permesso il deflusso delle acque. A Conselice si è riunito un esercito di volontari provenienti da tutta Italia con ogni strumentazione necessaria. Superando le difficoltà burocratiche, sono stati gli artefici delle pulizie nelle case, smontando mobili e facendo traslochi, nelle fabbriche rimuovendo la merce deteriorata e le attrezzature inutilizzabili, nelle strade tenendo in ordine gli accumuli di mobili e arredi delle case.
Ancora una volta la Parrocchia di Conselice, nei momenti di difficoltà è stato un punto di riferimento per tutti. Poiché la canonica non è stata toccata dall’acqua, è diventato un punto di ristoro con pasti caldi, accoglienza per sfollati, un punto lavanderia e asciugatura per i conselicesi. Il parroco, visitando le case oltre a parole di conforto, ha creato un punto di riferimento per poter avere mobili ed elettrodomestici. Al palazzetto dello sport e alle scuole medie di Conselice si è creato un punto di accoglienza con dormitori e consegna di ogni genere alimentare, prodotti per la pulizia delle case. Col tempo, attraverso le donazioni, il palazzetto è stato un luogo di smistamento per mobili, materassi, arredi vari.
Ora chiediamo interventi veloci di ripristino e di miglioramento della difesa dai fenomeni alluvionali, soprattutto non si possono più commettere errori. Sono affissi alle case di Conselice, lenzuoli con la scritta “Presto che è tardi”; ciò per sollecitare tali interventi, preoccupati che le lentezze della burocrazia e della politica ci portino ad essere impreparati ad affrontare prossimi eventi, determinati da un clima più ostile al nostro ambiente.
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Per portare fiducia, speranza, consolazione e amore alle popolazioni alluvionate, la comunità ha organizzato un concerto del gruppo musicale internazionale del Movimento dei Focolari, Gen Verde. L’appuntamento è per domenica 26 novembre alle 16.30 al Palazzetto dello sport di Conselice. Ci sarà anche un incontro con testimonianze nella chiesa parrocchiale alle 10.30.