Alle famiglie povere gli avanzi della mensa scolastica

Mentre in tante scuole si discute sul panino da portare da casa oppure no, in un comune dell’entroterra ligure i pasti non consumati dai bambini andranno alle famiglie indigenti del territorio e gli avanzi come pane, frutta o yogurt saranno portati a casa per educare le nuove generazioni a non sprecare il cibo
Spreco di cibo

La “buona scuola” prevede anche “buoni panini” per i ragazzi che la frequentano, è la novità di quest’anno. Già, panino sì o panino no? Panino buono saporito confezionato dalla mamma o quello “sintetico” preparato dal solito catering? A Genova ancora si discute se il pasto del figlio può essere portato da casa, oppure per forza deve essere consumato quello della mensa. E se il figlio, che arriva in classe col pasto preparato dalla mamma può consumarlo in mensa assieme ai compagni, o invece deve mangiare isolato separato dagli altri e dietro la lavagna. Non so quanto questo abbia a che vedere con la “buona scuola”.

 

A Mignanego, un comune dell’entroterra ligure in alta Val Polcevera, con poco più di tremila anime, queste scaramucce non sfiorano proprio nessuno. Con l’inizio dell’orario definito delle lezioni, i ragazzi assieme allo zainetto con i libri arrivano in classe con una borsa termica per portare a casa il cibo avanzato: yogurt, frutta, dessert e pane. E nella mensa della scuola non verranno serviti cibi precotti e surgelati, ma ai fornelli ci sarà una cuoca che ogni giorno preparerà il pasto. A beneficiare saranno circa 400 ragazzi dalla materna alle medie dell’istituto comprensivo.

 

La borsa termica è fornita dall’azienda di ristorazione che ha vinto il bando comunale. «Ci siamo resi conto della quantità di cibo che veniva sprecato quotidianamente – spiega Romina Ciaccia, la responsabile comunale che ha seguito l’iniziativa –. Abbiamo pensato a un sistema per non buttar via più nulla, dagli scarti ai piatti che rimanevano in cucina ma non potevano più essere utilizzati il giorno dopo. Un progetto per il recupero e la redistribuzione delle eccedenze alimentari in un periodo di crisi. Un corso pratico per dare il buon esempio ai ragazzi da riproporre in famiglia senza troppi sforzi».

 

È un progetto ambizioso che potrebbe essere esteso a tante scuole, un cammino educativo contro lo spreco, volto a sensibilizzare le nuove generazioni. Nella borsa non finirà soltanto il cibo avanzato, ma non saranno buttati neanche i piatti che restano in cucina, distribuiti alle famiglie bisognose del territorio che vengono segnalate dai servizi sociali. «Persone che attraversano momenti di difficoltà e hanno bisogno anche di un sostegno materiale oltre che psicologico – spiega entusiasta Ciaccia –. Mentre il pane che rimane sui tavoli sarà consegnato al canile della zona».

 

Altra novità dall’istituto comprensivo di Mignanego è l’acquisto di una lavastoviglie ecologica che recupera il 20% di energia per riutilizzarla nel lavaggio successivo, l’acquisto di un abbattitore per conservare meglio cibi e pietanze e poterle destinare alle mense per i poveri. La presentazione di questo progetto è stato accolto dalle famiglie con stupore, sorpresa e «voglia di mettersi in gioco e partecipare attivamente a un progetto virtuoso – dice la sindaca Maria Grazia Grondona –. Una svolta pratica per sensibilizzare le nuove generazioni che rappresentano il nostro futuro dopo anni che se ne parlava. Il progetto partirà ufficialmente quando l’orario scolastico entrerà a regime, sperando che questa sperimentazione rappresenti un punto di partenza che si diffonda a macchia d’olio in tutti gli altri istituti della zona». La  cucina della mensa è visitabile per le famiglie che vorranno toccare con mano i prodotti e le modalità utilizzate, inoltre si potranno controllare il menù del giorno e i piatti in tavola anche a distanza, scaricando un’applicazione sullo smartphone.

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