Allarme povertà di Cgil e Confartigianato

I dati raccolti nel report "Consuntivo 2012. Tendenze e dinamiche previsionali 2013" parlano di una regione in forte crisi, con un'economia in recessione, un tasso di disoccupazione del 15 per cento e olte tremila imprese fallite nel 2012
Sempre più persone vivono in povertà

Grido d’allarme della Cgil ligure. La regione ha un tasso di disoccupazione del 15 per cento. Solamente nel 2012 le aziende liguri fallite sono state oltre tremila, 17 mila i lavoratori in cassa integrazione e quasi 200 mila genovesi sono a rischio povertà. Questi i dati raccolti dalla Cgil Liguria contenuti nel report Consuntivo 2012. Tendenze e dinamiche previsionali 2013.

«Cinque anni ormai – dice Bruno Spagnoletti, responsabile dell'ufficio economico Cgil ligure – e anche nel 2012 la Liguria ha chiuso un ciclo economico negativo: siamo oltre la recessione ed è quasi depressione. Il 2012 si conferma uno degli anni più "neri" per l'economia reale e nel 2013 non è prevista alcuna ripresa». La realtà economica fotografata dall’indagine presenta la regione Liguria tra quelle che più hanno risentito della crisi economica. Sono i dati stessi a raccontarlo: fra il 2008 e il 2011 le famiglie hanno subìto una diminuzione del 2,9 per cento del reddito disponibile (-3,2 per cento nel 2012) con 188 mila persone a rischio povertà, ossia sotto la soglia dei mille euro mensili per una famiglia composta da due componenti.

78 mila liguri vivono in famiglie dove nessun componente lavora o percepisce una pensione, quasi 110 mila vivono in famiglie con una grave deprivazione materiale, passando dal 2,9 per cento della popolazione complessiva nel 2010 al 7 per cento nel 2011. A marzo di quest’anno si contano 117 mila tra disoccupati e inoccupati, di questi 61 mila a Genova, 24 mila a Savona, 17 mila a La Spezia e 15 mila a Imperia. Il tasso di disoccupazione è a quota 15 per cento. Le imprese liguri che hanno dichiarato fallimento nel 2012 superano quota tremila.

E allarme per l'industria manifatturiera, ridotta ormai ad uno scarso 11 per cento di valore aggiunto regionale. «In questi anni – spiega Federico Vesigna, segretario generale della Cgil –, attraverso un ricorso generalizzato agli ammortizzatori sociali si è riusciti ad attenuare l'impatto della crisi sull'occupazione. Oggi la situazione rischia di precipitare». Gli fa eco Confartigianato nel presentare il rating di metà mandato della Regione, realizzato con il supporto dell'università di Genova, master in Innovazione nella pubblica amministrazione e della società di consulenza. Le immagini sono viste da un’altra angolatura ma il dramma rimane uguale: il 2012 rappresenta l'annus horribilis per il tessuto economico, imprenditoriale. Qui è registrato un tasso di "crescita", tra il 2011 e il 2012, del -200 per cento per il totale delle imprese, e del -140 per cento per quelle artigiane.

Il rating analizza l’impresa regionale per tre aree, suddivise in temi chiave: micro e piccola impresa al centro (incentivi e accesso al credito; semplificazione e quadro normativo; istruzione, formazione e lavoro), sviluppo del territorio (pianificazione del territorio; ambiente e green economy; turismo) e benessere sociale (sanità). Tra le richieste delle imprese, a oggi rimaste insoddisfatte e rimandate: i ritardi nell'avvio di alcuni bandi, la definizione di risorse per l'accesso al credito, la riorganizzazione della sanità e delle società partecipate, l'avvio delle Botteghe scuola e del maestro artigiano, la riorganizzazione del Tpl, e una forte riduzione dei tempi di pagamento alle imprese delle forniture anche sanitarie.
 

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