Allarme Legambiente: laghi e mari italiani inquinati
Anche quest’anno l’Italia deve combattere con la mala depurazione e con gli scarichi abusivi che inquinano mari e laghi. Il 32% dei laghi italiani e delle acque costiere è “fuorilegge”. Sono i risultati delle analisi di Legambiente grazie alle campagne Goletta Verde e Goletta dei mari nel periodo 20 giugno-1°agosto 2022. È stato infatti trovato inquinato o fortemente inquinato quasi 1 campione su 3 prelevato e sottoposto ad analisi microbiologiche in 18 regioni e 37 laghi italiani.
387 i campioni sottoposti ad analisi di cui 124 oltre i limiti di legge per concentrazione di enterococchi intestinali ed Escherichia coli.
Il 55% dei punti critici, spiega l’associazione, si concentra in foci di fiumi, canali e torrenti tra mala depurazione e scarichi abusivi. Maglia nera Lazio, Campania, Calabria e Toscana per il maggior numero di punti di mare “inquinati” da batteri. Invece le regioni virtuose sono Puglia, Veneto e Basilicata, senza punti inquinati.
Per quanto riguarda i laghi sono oltre i limiti di legge 42 dei 126 prelievi eseguiti dalla Goletta dei Laghi.
I laghi più inquinati sono risultati il Lario in Lombardia, il Garda (sponda lombarda) e il lago Maggiore (sponda piemontese).
Ancora una volta, osserva Legambiente, compromessi soprattutto i corsi d’acqua che ricevono scarichi abusivi o da impianti inadeguati o guasti. Bisogna investire risorse, soprattutto alla luce delle direttive europee.
«Se circa un terzo delle nostre analisi dà esito negativo ormai da diversi anni – rileva il responsabile scientifico di Legambiente, Andrea Minutolo – vuol dire che poco o nulla è stato fatto per uscire dall’emergenza depurativa. Un’emergenza cronica che ci costerà centinaia di milioni di euro nei prossimi anni, a causa del pagamento di multe che l’Europa non ci condonerà».
Durante il periodo dei prelievi sulle due Golette si è parlato anche di crisi climatica e sociale, conflitti, siccità e caro bollette. Legambiente auspica «politiche strutturali e soluzioni concrete che non lascino indietro nessuno», indicando l’eolico off-shore come «il futuro del nostro sistema energetico» e «la necessità di una gestione equa, sostenibile e razionale della risorsa idrica di fronte alla scarsità d’acqua».
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