Allarme bombe in Sardegna
Torna l’allarme bombe in Sardegna. Due attentati hanno segnato la notte scorsa in altrettanti comuni sardi: Dorgali, sulla costa nuorese, e Cardedu, su quella ogliastrina.
A Dorgali è stata fatta esplodere la locale sede del Pd, mentre a Cardedu è stata presa di mira l’auto del sindaco, Matteo Piras, eletto con una lista civica, parcheggiata sotto la sua abitazione.
Secondo le prime informazioni degli investigatori, gli uffici nella centrale via Lamarmora a Dorgali sarebbero stati fatti saltare in aria utilizzando una bombola di gas. L’esplosione, intorno alle due della scorsa notte, ha provocato gravi danni all’edificio. L’onda d’urto dell’esplosione, che ha completamente divelto l’ingresso della sede del partito, ha anche danneggiato un’auto parcheggiata vicino all’edificio. Fortunatamente non si sono registrati feriti.
A Cardedu invece ignoti hanno dato alle fiamme l’auto del sindaco. L’episodio è avvenuto intorno alle 3.20: la vettura è stata completamente distrutta, nonostante l’intervento tempestivo dei vigili del fuoco del distaccamento di Lanusei. Sul posto sono accorsi i carabinieri della Compagnia di Jerzu.
I due episodi confermano come la strategia delle intimidazioni ai danni degli amministratori locali sia ancora fortemente radicata, nonostante gli interventi di prevenzione.
Nello scorso mese di febbraio la Giunta regionale aveva predisposto un piano per una rete di videosorveglianza. A beneficiarne 370 su un totale di 377 Comuni sardi, con la possibilità di avere contributi dalla Regione. Il finanziamento complessivo era di 23,9 milioni di euro, 7 stanziati in una prima fase per le reti di 110 Comuni, e 16,9 milioni nella seconda.
Ma la realizzazione della rete non è ancora completa, anzi in alcuni comuni tarda ad essere avviata. In realtà, come detto da tanti amministratori locali sardi, fare il sindaco oggi non è una cosa semplice, tra ristrettezze di bilancio e emergenze continue.
Sugli ultimi due episodi numerose le prese di posizione con la ferma condanna per l’accaduto. Il presidente dell’Anci Sardegna, Emiliano Deiana, continua a ribadire la necessità di non lasciare soli gli amministratori.
Per Nicola Morra, presidente della commissione Antimafia, le forze dell’ordine sapranno dare una risposta a questi veri e propri attentati, e consegnare alla giustizia i responsabili. «Non possiamo assolutamente permettere – ha detto – che gesti del genere non ci trovino tutti compatti nel condannare la violenza».
Ma gli attentati non sono gli unici problemi registrati negli ultimi giorni in Sardegna. Il nuorese, infatti, era già stato scosso nella notte tra domenica e lunedì da un vasto rogo che ha incenerito 600 ettari di territorio, mandando in fumo decine di aziende agro-pastorali, in molte delle quali il fuoco ha ucciso anche gli animali e ha distrutto il fieno. È iniziata così una gara di solidarietà tra pastori e agricoltori di tutta l’isola a favore dei colleghi che hanno perso tutto.
Questo è un periodo non facile per il mondo agricolo sardo che deve fare i conti con gli animali selvatici che stanno distruggendo i campi, su tutti cinghiali e cornacchie, con il fuoco che sta interessando diverse zone dell’isola e la vertenza latte che non sembra essere risolta, con gli allevatori pronti a ritornare in piazza con la loro protesta.