Allah-Akbar! Sukran-Allah!
Ammuda e Kaled sono gemelli e fratelli di Ahmed, l’amico egiziano che conosco e seguo dal 1999, quando lo incontrai prima del trapianto di fegato. Ammuda è arrivato nel dicembre 2000 col permesso temporaneo per curare il fratello operato, mentre Kaled è venuto in Italia successivamente. Ragazzi colti (entrambi diplomati alle superiori), molto educati e laboriosi fanno questo grande sacrificio di lavorare nell’edilizia, lontani dalla famiglia, per costruirsi in patria la casa prima del matrimonio. Ci sentiamo un’unica famiglia perché concordiamo nell’avere in comune Dio. Un giorno notai che avevano pressappoco l’età di mio nipote, e da allora mi chiamano sempre “zio”, con grande naturalezza, sia al telefono che davanti ai loro amici connazionali. Ci aiutiamo nei modi più vari e creativi anche pregando reciprocamente perché loro siano bravi musulmani ed io buon cristiano. Al momento Ahmed è in Egitto per un periodo di vacanze, mentre loro sono rimasti in Italia perché il permesso di soggiorno tardava ad arrivare. Finalmente la settimana scorsa, in tempi diversi, sono stati regolarizzati. Me l’hanno confermato telefonicamente, e sono corso subito per verificare, quasi “contemplare” i documenti. Questa sera ho preparato loro una sorpresa. Sono andato da loro portando una crostata preparata appositamente da mia sorella. Avevo anche tre candeline rosse e due bottiglie di aranciata. E un’occasione speciale mi ha permesso di acquistare ad un prezzo conveniente due belle camicie di ottima fattura. La sorpresa ha funzionato. Abbiamo preparato con cura ogni cosa sulla tavola ed acceso le candeline. Un attimo di sospensione e di silenzio. “Ragazzi, nipoti carissimi – ho iniziato -, l’occasione di questa festa è bellissima perché tanto attesa. Cosa ne dite se ringraziamo Dio?”. “Giusto!”, hanno risposto convinti. “Possiamo fare così – ho proseguito – in silenzio, insieme ringraziamo Dio. È stato un momento di grande intensità spirituale. “Grazie a Dio ! Dio è grande!”, ho aggiunto E loro: “Sukran-Allah! Allah-Akbar!” e ci siamo abbracciati. In allegria abbiamo brindato e gustato il dolce.